E' ufficialmente naufragato l'affare con cui l'americana AbbVie intendeva rilevare per 54 miliardi di dollari la rivale Shire, specializzata in farmaci per il trattamento di malattie rare e della sindrome da deficit di attenzione. Dopo le indiscrezioni circolate su un possibile cambio di rotta del consiglio di amministrazione, che in precedenza aveva caldeggiato l'accordo, in una nota ufficiale ha raccomandato agli azionisti di votare contro l'acquisizione, di fatto mettendo la parola fine all'operazione che avrebbe creato una delle maggiori societa' farmaceutiche del mondo.

AbbVie ha puntato l'indice contro la Casa Bianca e le nuove regole volte a limitare gli accordi con societa' estere per vantaggi fiscali tramite la cosiddetta ''tax inversion'', lo spostamento della sede in Paesi con tassazione piu' bassa tramite l'acquisto di un'azienda di quella Nazione. Il Cda ha cambiato idea ''dopo avere dettagliatamente esaminato l'impatto'' delle nuove regole volute dal dipartimento al Tesoro e che ''eliminano alcuni benefici della transazione'', cosa che ''cambia in modo significativo il valore implicito di Shire''.

 

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