Con questi enzimi è possibile ridurre il colesterolo LDL a livelli mai raggiunti in precedenza

COLONIA (GERMANIA) – “Con l’introduzione degli anticorpi PCSK9 stiamo entrando in una nuova era di terapie ipolipemizzanti in cui i valori del colesterolo LDL possono essere ridotti a livelli che non siamo mai stati in grado di raggiungere prima”. A dichiararlo è la dottoressa Ioanna Gouni-Berthold, del Centro di Endocrinologia, Diabete e Medicina Preventiva dell’Università di Colonia, che ha fatto il punto su questi anticorpi in un articolo pubblicato sulla rivista Atherosclerosis Supplements.

La proproteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 9 (PCSK9) è un enzima che si lega al recettore delle lipoproteine a bassa densità (LDL) e lo dirige al lisosoma per la degradazione. Ciò si traduce nella diminuzione del numero di recettori disponibili sulla superficie cellulare per legare le particelle LDL e rimuoverle dalla circolazione, con un successivo aumento della concentrazione di colesterolo LDL in circolo. Dal momento che il ruolo del PCSK9 nel metabolismo del colesterolo LDL è stato scoperto nel 2003, ci sono stati notevoli sforzi nella ricerca di metodi efficaci e sicuri per inibirlo.

Tra questi, gli anticorpi PCSK9 sono i più promettenti, con diversi trial di fase III e endpoint cardiovascolari già in corso. Questi anticorpi monoclonali completamente umani sono stati ampiamente studiati in una vasta gamma di soggetti, come in quelli con intolleranza alle statine, in aggiunta alla terapia con le statine, in monoterapia e in pazienti con ipercolesterolemia familiare.

I PCSK9 hanno dimostrato di essere associati a una consistente ulteriore diminuzione delle concentrazioni di LDL-C del 50-70%. Se i dati di sicurezza degli studi clinici in corso rimangono rassicuranti quanto quelli disponibili fino ad ora, gli anticorpi PCSK9 stanno per offrire una nuova e potente opzione terapeutica per diminuire le concentrazioni di colesterolo LDL e il rischio cardiovascolare.

Infatti, anche se il trattamento con statine rappresenta l’attuale standard di cura per quanto riguarda le terapie ipolipemizzanti, un numero significativo di pazienti, in particolare quelli ad alto rischio cardiovascolare, non possono ancora raggiungere i livelli ottimali di LDL-C, o perché non possono tollerare dosi di statine efficaci, o perché i loro livelli basali di colesterolo LDL sono troppo elevati per iniziare la terapia.

Le terapie ipolipemizzanti alternative attualmente disponibili sono di efficacia piuttosto limitata. Pertanto, vi è una necessità clinica insoddisfatta di sviluppare nuove opzioni terapeutiche efficaci per ridurre le concentrazioni di colesterolo LDL. Gli anticorpi monoclonali PCSK9, con i loro forti effetti di abbassamento dell’LDL-C, sono gli agenti ipolipemizzanti più promettenti dall’introduzione delle statine nei primi anni ’80.

Come ha spiegato la dottoressa Gouni-Berthold, autrice dello studio, “i risultati di diversi studi di fase III e soprattutto di quelli con endpoint cardiovascolari attualmente in corso, come il FOURIER con evolocumab (22.500 pazienti) e l’ODYSSEY con alirocumab (18.000 pazienti) si spera saranno in grado di dimostrare che la sostanziale, ulteriore diminuzione dei livelli di colesterolo LDL raggiunta con gli anticorpi PCSK9 si traduce in una significativa riduzione degli eventi cardiovascolari”.

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