Luca Pani (Aifa): “Siamo in campo per contrastare il mercato illegale dei farmaci online”. Cautele anche per malati rari e farmaci orfani

L'Agenzia italiana del Farmaco scende in campo per contrastare il commercio illegale di farmaci online. Sono infatti sempre più numerosi gli italiani che si rivolgono al web per venire in possesso di sostanze o preparati. La maggior parte di questi si rivolge a questa forma di commercio per cercare di perdere peso o smettere di fumare. Alcuni però, rispondendo alle domande di un sondaggio svolto da Aifa, hanno affermato di aver acquistato farmaci per la cura dei tumori.
Osservatorio Malattie Rare ha deciso di confrontarsi con Luca Pani, direttore generale di Aifa, per comprendere meglio il fenomeno e capire se ci siano delle problematiche particolare per quanto concerne il mercato dei farmaci orfani.

Nel nostro paese il sistema di 'tracciabilità del farmaco' consente un controllo rigido sui canali legali di distribuzione dei medicinali; la recente regolamentazione della vendita online di medicinali senza obbligo di prescrizione medica, inoltre, consente a coloro che si rivolgono al web per l’acquisto di farmaci, di distinguere i siti non autorizzati da quelli legali grazie alla presenza del 'logo comune europeo', spiega Pani rimarcando il ruolo di Aifa, ente chiamato a fare educazione e sensibilizzazione nei confronti di pazienti e consumatori. Questo è uno dei motivi alla base della campagna di comunicazione realizzata dall'Aifa nell'ambito di Fakeshare; un progetto europeo di cooperazione e intelligence per il contrasto alla vendita online di medicinali illegali o contraffatti attraverso farmacie web o rivenditori non autorizzati.

Il medico cagliaritano ricorda che il mercato dei farmaci presenta caratteristiche peculiari: “Il farmaco infatti non è un bene che può essere considerato e trattato alla stregua di altri beni di consumo: chi si rivolge ai canali non autorizzati per l'acquisto di farmaci deve sapere che oltre il 97% dei siti in rete non è autorizzato, questo significa che le merci offerte in vendita sono contraffatte, non controllate né controllabili e quindi pericolose. La cosa grave è che molti acquistano con la consapevolezza di compiere un atto illegale”. Su Osservatorio Malattie rare avevamo già analizzato i profili penali dell'acquisto dei farmaci all'estero e del loro utilizzo in Italia.

Pani ricorda che l'arrivo dei nuovi farmaci sul mercato è regolato da norme stringenti. Fatto che vale anche per quelli dedicati alle terapie per la patologie rare: “L'importazione di un farmaco dall'estero, nel caso in cui fosse irreperibile, per vari motivi, sul mercato nazionale, è una pratica prevista dalla normativa italiana che ne regolamenta le modalità, prevedendo il rilascio di un'autorizzazione da parte della autorità sanitarie preposte, nonché una richiesta specifica da parte di un medico. Ciò significa che il privato cittadino non può acquistare un farmaco all’estero autonomamente, e questo ovviamente vale anche per pazienti affetti da malattie rare”. Insomma, le scorciatoie rischiano di essere controproducenti: “Per i farmaci per le malattie rare, così come per tutti i farmaci che necessitano di prescrizione medica, è più che mai fondamentale rivolgersi ai canali autorizzati di distribuzione, perché solo così si può essere certi di non correre inutili rischi”.

I malati rari che dovessero decidere di assumere un prodotto acquistato online rischierebbero anche di compromettere la farmacovigilanza e gli eventuali protocolli di sperimentazione dei nuovi farmaci. I dati in possesso di Aifa dimostrano che alcuni dei farmaci messi in mostra nelle vetrine 2.0 contengono sostanze anche molto pericolose e in grado di causare gravi danni. Per evitare di mettere in pericolo la propria salute è quindi sconsigliabile agire in autonomia. Il mancato rispetto delle regole rischia di mortificare le potenzialità della ricerca scientifica.

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