disabilità, inps

In vigore dal 12 luglio, il decreto del Ministero della Salute che definisce modalità sperimentali di valutazione in nove province pilota 

È entrato in vigore lo scorso 12 luglio il Decreto del Ministero della Salute 10 aprile 2025, n. 94, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 147 del 27 giugno. Il provvedimento definisce i criteri per l’accertamento della disabilità nei casi di disturbi dello spettro autistico, diabete di tipo 2 e sclerosi multipla, nell’ambito della sperimentazione della nuova valutazione di base prevista dal decreto legislativo 3 maggio 2024, n. 62.

Ricordiamo che il nuovo sistema si applicherà in via sperimentale fino al 31 dicembre 2025 nelle province di Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste. L’obiettivo è quello di standardizzare la valutazione, adottando un approccio basato sul modello bio-psico-sociale e sulla classificazione ICF dell’OMS, in coerenza con quanto previsto dalla riforma dell’accertamento della disabilità.

DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO: VALUTAZIONE PER LIVELLI DI GRAVITÀ

Per i disturbi dello spettro autistico il decreto adotta una classificazione per livelli di supporto richiesto (livello 1, 2 o 3), già previsti nei principali manuali diagnostici. La valutazione si basa su compromissioni persistenti nella comunicazione sociale e nella reciprocità socio-emotiva, unite alla presenza di comportamenti ristretti, ripetitivi e stereotipati.

La diagnosi deve essere sostenuta da strumenti standardizzati come ADOS-2 (Autism Diagnostic Observation Schedule) e ADI-R (Autism Diagnostic Interview-Revised). Il grado di disabilità viene determinato tenendo conto dell’intensità del bisogno di supporto, della presenza di disturbi cognitivi o del linguaggio, e della compromissione funzionale osservabile nei contesti di vita.

DIABETE DI TIPO 2: COMPLICANZE E AUTONOMIA FUNZIONALE

Nel caso del diabete mellito di tipo 2, i criteri prevedono una valutazione che considera il grado di compenso glicemico, documentato dal valore dell’emoglobina glicata (HbA1c), e la presenza di complicanze croniche.

Le complicanze vengono classificate in tre gruppi:

- lievi: come retinopatia non proliferante o neuropatia periferica iniziale;
- moderate: ad esempio nefropatia con riduzione della filtrazione glomerulare, o neuropatia invalidante;
- gravi: come ulcere diabetiche, amputazioni, insufficienza renale terminale, cecità.

A ciascuna combinazione tra compenso glicemico e complicanze viene associata una percentuale indicativa di invalidità, che può andare da livelli inferiori al 34% fino al 100% nei casi più complessi. Ai fini della valutazione funzionale può essere utilizzato anche il questionario WHODAS 2.0. 

SCLEROSI MULTIPLA: APPLICAZIONE DELLA SCALA EDSS

Per la sclerosi multipla, il decreto adotta la scala EDSS (Expanded Disability Status Scale) come riferimento per determinare il grado di compromissione funzionale. Le percentuali di invalidità associate ai punteggi EDSS variano dal 44% per un punteggio di 4,0 (disabilità moderata) fino al 100% per valori pari o superiori a 8,5, che indicano grave compromissione della mobilità e dell’autonomia.

La valutazione tiene conto anche della forma clinica della patologia (recidivante-remittente, secondariamente progressiva, primariamente progressiva) e della durata della malattia. La compromissione delle singole funzioni neurologiche viene considerata attraverso l’esame di nove sistemi funzionali, tra cui visivo, piramidale, cerebellare, sensoriale, vescicale e intestinale.

STRUMENTI DI SUPPORTO ALLA VALUTAZIONE

In tutti e tre i casi, il decreto prevede l’utilizzo di strumenti standardizzati per misurare l’autonomia e la partecipazione. Tra questi:

- Indice di Barthel, per le attività di base della vita quotidiana;
- Scala Lawton-Brody, per la valutazione delle attività strumentali;
- WHODAS 2.0, per la valutazione dell’interazione tra salute e funzionamento nei diversi contesti di vita.

Questi strumenti supportano la definizione di un profilo funzionale, che rappresenta la base della valutazione di base sperimentale.

Nel caso in cui la persona presenti più patologie concomitanti, la valutazione non si limita a sommare i criteri previsti per ciascuna di esse, ma adotta un approccio integrato. Questo significa che gli effetti combinati delle diverse condizioni vengono analizzati nel loro complesso, considerando come interagiscono tra loro e quale impatto generano sul funzionamento globale della persona. La commissione valutatrice deve quindi tener conto della complessità clinica e funzionale, attribuendo un giudizio finale che rifletta la situazione complessiva e non le singole diagnosi in modo isolato.

I PROSSIMI PASSI DELLA RIFORMA

Il decreto si inserisce nel processo di riforma complessiva dell’accertamento della disabilità, avviato con il decreto legislativo 62/2024, che prevede il superamento dell’attuale sistema in favore di una valutazione multidimensionale e orientata ai diritti. I risultati della sperimentazione nelle nove province pilota costituiranno la base per l’estensione del nuovo modello a livello nazionale entro il 2026.

Il testo integrale del decreto è disponibile nella Gazzetta Ufficiale del 27 giugno 2025, n. 147.

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