Corte Costituzionale su PMA Eterologa e maternità

Ecco come la recente sentenza cambia le procedure di riconoscimento della genitorialità  

Con la recente sentenza n. 68 del 22 maggio 2025, la Corte costituzionale è intervenuta su una questione di grande rilievo etico e giuridico, rappresentata dalla procreazione medicalmente assistita (PMA) eterologa. La sentenza ha affermato l’illegittimità costituzionale della prassi che impedisce il riconoscimento automatico della genitorialità per la madre non biologica all’interno di una coppia omosessuale femminile, in caso di procreazione medicalmente assistita (PMA) eterologa effettuata all’estero.

La Corte ha chiarito che, qualora una coppia di donne decida consapevolmente e congiuntamente di accedere a tecniche di PMA in uno Stato che consente tale procedura, entrambe le donne devono poter essere riconosciute come genitrici del minore nato da tale percorso, senza dover ricorrere ad adozioni successive o a complessi procedimenti giudiziari. Tale riconoscimento - ha osservato la Corte - è necessario per garantire il superiore interesse del minore, che ha diritto alla stabilità dei legami affettivi e giuridici con entrambe le figure genitoriali che ne hanno voluto la nascita.

LA PMA ETEROLOGA, TRA DIBATTITO E DIRITTI

La procreazione medicalmente assistita (PMA) eterologa, in cui il seme maschile o l'ovulo femminile non appartengono a uno dei genitori ma a un donatore esterno alla coppia, rappresenta uno dei temi più delicati e complessi nel panorama giuridico italiano, poiché intreccia questioni etiche, sociali e di tutela dei diritti fondamentali.

La legge n. 40 del 2004 ha rappresentato il primo tentativo di regolamentare la PMA in Italia, imponendo inizialmente un divieto assoluto all’impiego di tecniche eterologhe. Tuttavia, tale divieto è stato progressivamente superato a seguito di importanti pronunce della Corte costituzionale, che con la sentenza n. 162/2014 ha aperto ufficialmente la strada all’accesso alla PMA eterologa, sancendo il principio che il progresso scientifico e la tutela della dignità della persona debbano guidare l’evoluzione normativa.

Nonostante questi progressi, il quadro normativo resta tuttora parziale e incompleto. Non esistono, infatti, disposizioni organiche che disciplinino dettagliatamente aspetti cruciali quali la tutela della riservatezza del donatore, i limiti alla donazione, la gestione degli archivi dei dati genetici e, soprattutto, il riconoscimento giuridico della genitorialità nei casi in cui la fecondazione avvenga all’estero, come spesso accade date le restrizioni ancora presenti in Italia. Questa frammentazione normativa può dar luogo a incertezze e disparità di trattamento per le coppie che ricorrono a tali tecniche.

In tema di PMA la giurisprudenza italiana ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione del quadro giuridico.

LA SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE N. 68 DEL 22 MAGGIO 2025

Come citato precedentemente la sentenza ha affermato l’illegittimità costituzionale del divieto del riconoscimento della genitorialità alla madre non biologica.

Nel dichiarare l’incostituzionalità della normativa vigente, che limita il riconoscimento legale al solo genitore biologico, la Corte ha ribadito il principio secondo cui la volontà procreativa – liberamente espressa e condivisa all’interno della coppia – assume rilevanza fondamentale nella determinazione della genitorialità, soprattutto quando supportata da un progetto familiare stabile e coerente.

La pronuncia della Consulta evidenzia dunque come la tutela dei diritti della persona, soprattutto in relazione al diritto alla genitorialità e alla protezione del minore, debba prevalere su interpretazioni restrittive o obsolete della normativa. Essa sollecita altresì il legislatore a colmare le lacune esistenti, predisponendo un quadro normativo coerente e inclusivo che rifletta le realtà familiari contemporanee e tuteli pienamente le diverse forme di genitorialità, al fine garantire la certezza del diritto, di equità di trattamento e di tutela efficace dei diritti di tutte le persone coinvolte, a partire dai minori nati grazie a queste tecniche. Solo attraverso un adeguamento normativo complessivo sarà possibile assicurare piena coerenza tra il diritto, i progressi scientifici e le trasformazioni sociali in atto.

La sentenza n. 68/2025 della Corte costituzionale produrrà effetti, sia sul piano giuridico sia su quello sociale. In particolare, la conseguenza più immediata e concreta è che entrambi i componenti di una coppia femminile, che si sottopone a PMA eterologa all’estero, potranno essere riconosciute come genitrici sin dalla nascita, senza necessità di procedere con l’adozione del figlio del partner (stepchild adoption). Pertanto, gli uffici dell’anagrafe saranno tenuti ad accogliere le richieste di registrazione di entrambi i genitori fin dal momento della nascita del bambino, anche se il parto è avvenuto all’estero. Ciò comporta una modifica delle prassi amministrative comunali e una maggiore tutela per il minore in termini di documenti, cittadinanza, eredità e diritti sociali.

Inoltre, la sentenza costituisce un segnale di indirizzo per il legislatore affinché proceda a un intervento normativo di riforma in materia di PMA e riconoscimento della genitorialità, colmando le lacune normative e assicurando parità di trattamento tra le diverse forme familiari.

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