Durante un Question time alla Camera, Schillaci ribadisce: “Riparazioni e sostituzioni sono garantite, nessuna compartecipazione da parte dell’assistito”
Il caso sollevato recentemente sull’esclusione di batterie e riparazioni delle carrozzine elettriche dal rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale è tornato al centro del dibattito parlamentare. Mercoledì 25 giugno, nel corso di un Question Time alla Camera dei Deputati, la questione è stata nuovamente portata all’attenzione del Governo, con un richiamo dell’interrogazione presentata dal deputato Andrea Quartini e illustrata dalla collega Marianna Ricciardi (M5S). Il riferimento è in particolare al caso denunciato in Veneto e ripreso anche da Osservatorio Malattie Rare, che ha aperto un fronte nazionale.
LE PROBLEMATICHE EMERSE CON IL NUOVO NOMENCLATORE TARIFFARIO
Nel suo intervento introduttivo, l’on. Marianna Ricciardi ha criticato l’assenza di risposte da parte del Governo alle precedenti sollecitazioni: “Ci sono due modi di fare le leggi, i regolamenti – ha enfatizzato Ricciardi – e di lavorare per la collettività: con i paraocchi della burocrazia, dello schema, o con il buon senso di chi vuol far funzionare le cose e risolvere davvero i problemi delle persone”.
Ha quindi ricordato che, con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario, le batterie delle carrozzine elettriche non sono più rimborsabili, e che già da febbraio il Movimento 5 Stelle aveva chiesto chiarimenti. “A marzo abbiamo presentato un’interrogazione e anche in quel caso non abbiamo ricevuto risposta. Siamo ormai alle porte di luglio e il problema persiste”, ha aggiunto.
Ricciardi ha infine rivolto un appello diretto al Governo: “Chi è prigioniero di una carrozzina elettrica senza batteria certamente non può aspettare. L’unica risposta che aspetta è: ‘ci scusiamo, abbiamo capito il problema, lo risolviamo immediatamente, ripristinando la rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale delle batterie per le carrozzine elettriche’”.
IL MINISTRO SCHILLACI: “LE NORME NON SONO CAMBIATE, VANNO SOLO APPLICATE”
A rispondere è stato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci. “Ringrazio gli onorevoli interroganti – ha esordito il Ministro – per aver sollevato un caso che tocca i diritti fondamentali delle persone con disabilità. La vicenda di una signora, riportata dalla stampa, mi offre l'opportunità di chiarire definitivamente il quadro normativo sui dispositivi di ausilio e sulle garanzie che il nostro sistema sanitario deve assicurare”.
Il Ministro ha ricordato che l’articolo 3, comma 2, dell’allegato 12 al DPCM 12 gennaio 2017 sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) stabilisce l’obbligo, per le Regioni e le ASL, di stipulare contratti attraverso gare pubbliche per i dispositivi degli elenchi 2A e 2B, che includono le carrozzine elettriche e gli ausili per la mobilità.
I capitolati di gara devono obbligatoriamente prevedere tre garanzie fondamentali:
- adattamento o personalizzazione da parte di professionisti sanitari abilitati,
- manutenzione ordinaria,
- riparazione o sostituzione dei componenti.
“Non è una raccomandazione, – ha sottolineato Schillaci – è un obbligo di legge. Questa norma è in vigore dal 2017. L’entrata in vigore del nuovo decreto Tariffe del 2025 – che ha sostituito il DM 332/1999 – non ha cambiato nulla sui diritti dell’assistito, assolutamente nulla. L’innovazione riguarda solo le modalità di approvvigionamento. I diritti dei cittadini restano gli stessi, anzi, sono rafforzati”.
RIPARAZIONI E SOSTITUZIONI A CARICO DELLE AZIENDE SANITARIE
Il Ministro ha inoltre fatto riferimento ad alcune Regioni che hanno approvato tariffari di riferimento per gli ausili, specificando esplicitamente che la riparazione e la sostituzione dei dispositivi, anche dopo i tempi minimi di garanzia, restano a carico delle aziende sanitarie.
“Stante il quadro normativo nazionale che ho richiamato – ha precisato – all’assistito non dovrebbe essere richiesta alcuna compartecipazione alla spesa per riparazioni o sostituzioni. Se questo sta accadendo, come nel caso segnalato, significa che qualcuno non sta applicando correttamente le normative vigenti e questo non è accettabile. I diritti delle persone con disabilità non possono essere subordinati a interpretazioni discrezionali o a carenze organizzative territoriali. Sono diritti esigibili e garantiti dalla legge nazionale, che ogni amministrazione ha il dovere di rispettare”.
RICHIESTA DI UN INTERVENTO MINISTERIALE PER GARANTIRE OMOGENEITÀ TERRITORIALE
Nella replica, il deputato Andrea Quartini ha definito le carrozzine elettriche “presìdi salvavita” e ha ribadito che la mancata sostituzione di componenti essenziali come le batterie può costituire una grave lesione dei diritti fondamentali.
“Il pasticcio è evidente – ha dichiarato – perché ci sono alcune Regioni che non applicano correttamente gli obblighi di legge. Ne cito una per tutte: la Regione Veneto. Zaia, a suo tempo, ha risposto che, nel nuovo nomenclatore tariffario, non erano previste queste sostituzioni”.
Quartini ha quindi chiesto un intervento formale da parte del Ministero: “Credo che potrebbe bastare una circolare esplicativa per chiarire questo aspetto. Accolgo con piacere la risposta del Ministro, seppur tardiva, ma vorrei che fosse più diretto con le Regioni che questo centro-destra amministra”.
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