Potrebbero essere cancellati dal prossimo Patto per la Salute. La replica del Ministero: “La proposta non è stata ufficialmente presentata, del Patto non si parla prima di ottobre”
ROMA - A marzo l’On. Maria Antonietta Farina Coscioni (PD) aveva presentato un’interrogazione parlamentare in merito alle iniziative del Governo volte a rifinanziare la ricerca e le attività per la cura della fibrosi cistica. Nel documento erano espresse forti preoccupazioni circa la possibilità che nel prossimo Patto per la Salute 2013-2015, come scritto nella proposta delle Regioni, potesse essere abolita dal fondo sanitario nazionale la quota di finanziamento finalizzata alla fibrosi cistica ed AIDS – ma non solo - con “relativa messa a disposizione delle regioni di risorse dedicate a tali patologie in un fondo indistinto”.
Secondo i firmatari dell’interrogazione la cancellazione della quota dedicata, seppur rappresentando una parte inferiore al 40 per cento di quanto la maggioranza delle regioni spendono per offrire assistenza e cure ai pazienti malati di fibrosi cistica, svuoterebbe di significato una normativa ad hoc così avanzata come la legge n.548, che, anche se ancora deve trovare piena applicazione, ha comunque portato enormi benefici in termini di gestione della malattia, di organizzazione delle cure, di risparmi e di miglioramento della sopravvivenza dei malati.
Stando ai dati del Registro Europeo della F.C. l’età media delle persone affette da Fibrosi Cistica in Italia si attesta a 21,13 anni, contro i 15,71 della Francia, i 18,71 dell’Inghilterra, i 17,63 della Germania e i 12,4 della Grecia.
A questa interrogazione il sottosegretario di Stato alla salute Adelfio Elio Cardinale ha risposto l’11 settembre scorso, presso la Commissione Affari sociali della Camera, facendo presente anzitutto che i lavori per la predisposizione del nuovo Patto per la Salute hanno subito uno slittamento al prossimo mese di ottobre, in virtù di una condivisione con le regioni sull’opportunità di far procedere insieme sia la discussione sul nuovo Patto per la salute che quella relativa alle risorse finanziarie.
Ha poi rassicurato in merito al fatto che la proposta avanzata dalle Regioni “non è stata approvata dalla Commissione salute né formalmente presentata al confronto con i Ministeri” e che “nel corso dei lavori per la stesura del nuovo Patto le preoccupazioni espresse circa il mantenimento di una quota di risorse finalizzata agli interventi in materia di fibrosi cistica saranno oggetto di adeguate valutazioni e approfondimenti”.
Insomma, quello che il Ministro fa capire è che, se anche ci fosse questa possibilità, al momento è ancora prematuro parlarne. Ma è anche chiaro che quando, non prima di ottobre, il Patto per la Salute verrà ripreso in mano, allora sì, sarà necessario seguire attentamente i lavori ed intervenire attivamente affinché si assicurino comunque fondi adeguati per non rendere priva di fondi la legge 548
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