Soddisfazione da Farmindustria e Federfarma

La legge di stabilità licenziata dall'ultimo Consiglio dei Ministri non contiene nessun taglio al Sistema sanitario nazionale. Un risultato imprevedibile solo qualche giorno fa, quando da più parti si segnalava come il ministero dell'Economia fosse intenzionato a sottoporre ad una nuova cura dimagrante il comparto. Ipotesi che ha mandato su tutte le furie Beatrice Lorenzin, titolare del dicastero della Salute. La politica romana – secondo alcune indiscrezioni – si sarebbe battuta “come una leonessa ”per evitare che fossero applicati ai bilancio della sua amministrazione i tristemente famosi tagli lineari. “Non si sono applicati tagli alla Sanità per la prima volta in dieci anni. Tagli e risorse da iscrivere a bilancio sono stati recuperati guardando ad altri capitoli di spesa. Abbiamo messo in sicurezza la salute degli italiani”, ha sottolineato con forza il ministro del Pdl.


Sullo sfondo rimane la definizione del nuovo “Patto per la salute”, punto cardine del mandato politico dell'attuale Esecutivo. Un progetto che adesso, garantite le risorse, potrà continuare il suo cammino amministrativo e, forse, riuscire a delineare una programmazione pluriennale per la sanità pubblica che garantisca la qualità e l'omogeneità delle cure da un lato, garantendo anche, con interventi meditati e mirati, di ottenere risparmi maggiori ma sui veri sprechi. Secondo le ultime cifre circolate si starebbe pensando ad una nuova revisione della spesa da trenta miliardi, operazione contabile che – almeno secondo le intenzioni – dovrebbe liberare risorse da impiegare per futuri investimenti.
A tremare sono quindi quei settori la cui efficienza dipende dal livello di spesa corrente; su tutti case farmaceutiche e sanità privata in convenzione. Dal canto loro, hanno mostrato soddisfazione anche le Regioni, nonostante la nuova manovra di finanza pubblica preveda un miliardo di tagli ai trasferimenti erogati annualmente dallo Stato.
I prossimi mesi saranno utili però a comprendere il funzionamento dei ticket, che potrebbe subire nuove variazioni. Per il 2014 è stato evitato l'aumento programmato (due miliardi), resta da capire cosa accadrà nelle due annualità successive, la legge di stabilità prevede infatti una programmazione triennale della spesa e delle entrate. Un punto oscuro che potrebbe essere chiarito attraverso una delle leggi che saranno collegate alla nuova versione della vecchia “Finanziaria”, articolati attraverso i quali si permetterà alle forze parlamentari di apportare miglioramenti o distribuire diversamente le risorse impegnate da Palazzo Chigi.

 

La futura programmazione della spesa sanitaria non potrà prescindere dalla valutazione di un importante studio condotto dalla Camera. “L'indagine sulla sostenibilità del servizio sanitario nazionale condotta dalle commissioni Affari e Bilancio della Camera è quasi al termine. Stiamo accelerando i lavori e l'obiettivo è quello di approvare una relazione conclusiva prima dell'arrivo della Legge di stabilità al Parlamento, così da dare ai deputati uno spaccato della situazione e poter ragionare sui numeri”, ha spiegato il presidente della commissione Affari sociali di Montecitorio Pierpaolo Vargiu (Sc). Parlamentino che la settimana prossima concluderà le audizioni ospitando il ministro dell'Economia Saccomanni, l'ultimo di una serie di incontri con i protagonisti del comparto sanitario nazionale. “Se si continua a fare tagli lineari senza cambiare, il sistema rischia il collasso – sottolinea il medico cagliaritano – Non possiamo continuare a prender in giro i cittadini. Non scegliere significa scegliere di far saltare il sistema”.
“Non abbiamo grandi risparmi da fare perché spendiamo meno di altri paesi europei, ma sicuramente possiamo spendere meglio – rimarca Vargiu - Si può risparmiare in medicina difensiva se si interviene sul rischio clinico, si può risparmiare sulle polizze dei professionisti se si pensa ad un diverso sistema assicurativo. Si deve intervenire sulla rete di assistenza territoriale per far sì che i malati cronici non vengano curati in ospedale per acuti, mentre per i ticket si può riprendere in considerazione una franchigia proporzionale al reddito. Infine una maggiore informatizzazione aiuterebbe a ridurre prestazioni inappropriate mentre e risparmi potrebbero arrivare anche da un'azione di prevenzione e modifica degli stili di vita”.

Farmindustria, tramite il suo presidente Massimo Scaccabarozzi, esprime soddisfazione per le scelte adottate da Enrico Letta e dai suoi Ministri. “Per la prima volta, dopo le undici misure degli ultimi sei anni per quindici miliardi di euro, una manovra finanziaria non va a reperire le risorse dalla farmaceutica per coprire i buchi di altre voci della spesa”, ha scritto in un comunicato il numero uno  delle imprese del farmaco. Anche Annarosa Racca, presidente di Federfarma, si è personalmente complimentata con il ministro Lorenzin, “il cui operato è stato utile per evitare nuove ripercussioni negative sui cittadini”.

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