La senatrice Dirindin scrive al suo segretario, il montiano Monchiero si augura aggiornamento dei LEA

Si susseguono gli appelli in materia sanitaria al premier incaricato Matteo Renzi. Il segretario dem avrà l'onere di inserire nella sua agenda le principali tematiche che interessano il Sistema sanitario nazionale e la declinazione del diritto alla salute. A rivolgere precise richieste al leader sono stati i senatori del suo partito. “La salute è un diritto fondamentale. Il Servizio sanitario nazionale deve garantire pari opportunità, universalità, sostenibilità e sicurezza. La riforma del titolo quinto e la riqualificazione dei servizi regionali saranno decisivi per raggiungere tali obiettivi. Per questo ''cambiare verso'' all'Italia significa anche mettere al centro dell'agenda politica del nuovo Governo la salute e il benessere delle persone. Lo chiediamo al presidente incaricato Matteo Renzi e al suo nuovo governo perché siamo convinti che la sanità (così come il sociale) non siano un costo, ma una reale opportunità di sviluppo e di coesione sociale, di lavoro e di innovazione”, questo il contenuto di una nota di Nerina Dirindin, senatrice del Pd esperta nelle tematiche sanitarie. Uno scritto in cui è stata apposta la firma di tutti gli iscritti al gruppo Pd che siedono nella commissione Sanità di Palazzo Madama.

 

“Siamo consapevoli che integrare gli obiettivi macroeconomici e di finanza pubblica con obiettivi strategici capaci di promuovere la coesione sociale, possa rappresentare un significativo cambio di rotta per il Paese, anche per favorire la crescita e il lavoro. Una sanità – conclude la politica piemontese – che diventi volano dello sviluppo e al tempo stesso prosegua con rinnovata determinazione il processo di revisione della spesa . Questo chiediamo a Renzi”.

Parole molto chiare che non potranno essere ignorate dal sindaco di Firenze. Inoltre, le politiche sanitarie sembrano avere portata decisiva per la nascita del nuovo esecutivo. Il gruppo Grandi autonomie e libertà ha subordinato il suo voto di fiducia all'inserimento nel programma di coalizione di precisi impegni sulla salute.

“Come espressione delle categorie del mondo sanitario, ho manifestato al premier Renzi l'esigenza di mettere mano alla riforma della sanità. A colui che si offre come il capo di un governo riformatore e di legislatura abbiamo evidenziato alcune delle riforme essenziali che servono alla nazione, e più in generale la necessità, condivisa da Renzi, di porre mano alla riforma dello Stato”, così Vincenzo D'Anna, senatore Gal, ha motivato la sua propensione alla fiducia nei confronti del presidente del Consiglio incaricato. A chiarire il proprio punto di vista sono stati anche i montiani.

“Ritengo opportuno esprimere il mio punto di vista in merito al ventilato accorpamento del Ministero della Salute a quello del Welfare”, ha spiegato il deputato di Scelta Civica, Giovanni Monchiero, componente della commissione Affari sociali. “Indiscrezioni giornalistiche – rimarca l'ex manager della sanità – ipotizzano che nel governo Renzi il ministero della Salute venga accorpato a quello del Lavoro in una riedizione del ministero del Welfare. Si tratterebbe di un ritorno al passato, all'esperienza vissuta ai tempi di Sacconi con esiti deludenti. Al punto da costringere il premier dell'epoca, Silvio Berlusconi, a ripristinare il Ministero di Lungotevere Ripa e ad affidarlo al viceministro Fazio. Sanità e pensioni vengono spesso abbinati nelle statistiche (rispetto agli altri paesi dell'Europa l'Italia spende meno in sanità e più in pensioni) ma non hanno molto in comune”.

“La sfida maggiore che deve oggi affrontare il SSN – ricorda il parlamentare centrista – è quella dei venti servizi sanitari diversi, caratterizzati da qualità di prestazioni e facilità di accesso talmente variegate da mettere in dubbio l'erogazione stessa dei LEA. Problema di ardua soluzione che il Governo centrale non può affidare ad un sottosegretario”. Insomma, diverse forze politiche sembrano pronte a rivolgere la massima attenzione alle politiche sanitarie. Dall'aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza passa anche il potenziamento delle prestazioni erogate a favore dei pazienti affetti da malattie rare. La ventilata riforma del Titolo V della Costituzione autorizza a ben sperare.

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