I Livelli essenziali di assistenza potranno essere garantiti solo tramite un rinnovato impegno dello Stato. Azione che dovrà essere svolta in prima persona lasciando alle Regioni un semplice ruolo di programmazione ed organizzazione del Servizio sanitario. È questa una delle tesi contenute nel documento sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale redatto dalle commissioni Affari sociali e Bilancio della Camera.

 


I deputati dei due organi di Montecitorio ritengono che solo una razionalizzazione della legislazione possa essere utile per eliminare in radice le discriminazioni territoriali nell'erogazione dei Lea, fenomeni che vengono spesso coinvolti cittadini affetti da malattie rare. Per Pierpaolo Vargiu e Francesco Boccia, rispettivamente presidenti delle commissioni Affari sociali e Bilancio, il nuovo protagonismo dello Stato è pienamente compatibile con la sostenibilità finanziaria del Ssn. Ma non solo, per i parlamentari occorre istituire meccanismi che premino le Regioni e le Aziende virtuose. Stop poi a politiche di taglio lineare e puntare forte su fondi integrativi e polizze assicurative, con più defiscalizzazione. Una coesistenza tra pubblico e privato che, dal punto di vista delle associazioni dei malati, deve essere messa in campo evitando pericolose storture. Non a caso, lo studio condotto dalla Camera non tralascia la necessità di revisione dell'istituto del ticket. La proposta è quella di adottare un nuovo sistema con la fissazione di una franchigia, calcolata in percentuale del reddito. Le commissioni propongono anche la centralizzazione degli acquisti e un accesso più veloce sul mercato dei farmaci innovativi. Insomma, l'eventuale entrata a regime del Patto per la salute costituirà solo un primo passo.

Anche Laura Boldrini, presidente della Camera, è intervenuta nel dibattito relativo alle politiche sanitarie. Il Servizio sanitario nazionale ha bisogno di “Innovazione strutturale e tecnologica, omogeneità nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, lotta agli sprechi e alla corruzione. Queste sono le direttrici da seguire per una riforma del Sistema sanitario non più procrastinabile, necessaria a garantire standard qualitativi nell'offerta di prestazioni sanitarie compatibili con il diritto alla salute, riconosciuto dalla nostra Costituzione”.

 

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