Confermati tagli per 2,35 miliardi al Fondo sanitario nazionale. Rinviati investimenti e aggiornamento Lea
Il Senato ha rinnovato la fiducia al governo licenziando il ddl di conversione del decreto-legge in materia di Enti locali. Testo in cui sono presenti diverse norme relative al Servizio sanitario nazionale. Il provvedimento approvato dal Senato – che ora dovrà essere esaminato in seconda lettura dalla Camera – recepisce l'ormai famoso accordo raggiunto dalla Conferenza Stato-Regioni: i tagli da 2,3 miliardi di euro al Fondo sanitario nazionale.
Tagli, come ha ribadito più volte Palazzo Chigi, che non causeranno una diminuzione nella qualità dei servizi erogati ma daranno il via ad una razionalizzazione su base regionale delle reti ospedaliere e assistenziali. Dichiarazioni che dovranno comunque fare i conti con la brutalità dei dati numerici: molte Regioni hanno già fatto intendere che saranno costrette a rivedere radicalmente la quantità e la qualità delle prestazioni. Preoccupa poi il capitolo relativo al rinvio degli investimenti previsti dal Patto per la salute e il conseguente aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. Capitolo che interessa i malati rari e i loro cari. Il ministro Lorenzin ha annunciato maggiore attenzione l'anno prossimo. Il banco di prova e la prova del nove saranno quindi rappresentanti dalla discussione della legge di stabilità relativa al 2016.
Il dl del governo fornisce una serie di strumenti per il controllo della spesa gestita dalle Regioni. I contratti per le forniture sanitarie potranno essere rinegoziati. Se non si raggiunge un accordo con i fornitori si potrà recedere dal contratto. Le fatture per le forniture sanitarie dovranno essere trasmesse al ministero dell'Economia ed al ministero della Salute che predisporrà un Osservatorio nazionale sui prezzi dei dispositivi medici. L'eventuale superamento del tetto di spesa sanitaria regionale sarà posto a carico delle aziende fornitrici di dispositivi medici per una quota complessiva pari al 40% nel 2015, al 45% nel 2016 e al 50% decorrere dal 2017.
Il governo ha previsto inoltre di potenziare l'Agenzia italiana del farmaco. L'Aifa dovrà bandire per il prossimo triennio, nel limite dei posti disponibili, concorsi per titoli ed esami per assunzioni a tempo indeterminato con riserva di posti, non superiore al 50%, per il personale non di ruolo che, al momento del bando, presta servizio da almeno sei mesi nell'Agenzia. La norma stabilisce inoltre che per ogni anno non possano essere assunte più di 80 persone. Secondo gli intendimenti del governo una parte dei risparmi del comparto sanitario dovrà essere maturata attraverso un taglio della spesa farmaceutica da mezzo miliardo di euro. Se la norma dovesse essere licenziata senza modifiche sarebbero rivisti i tetti alla spesa, il sistema del pay-back. Per la farmaceutica si prevedono anche la riduzione dei prezzi dei farmaci biotech alla scadenza del brevetto e la revisione dei prezzi per i medicinali sotto procedura di rimborsabilità condizionata. Sono previste inoltre ricontrattazioni per le forniture di dispositivi medici.
Hanno creato molto clamore le nuove regole sull'appropriatezza delle prestazioni e dei ricoveri ospedalieri. Norme nata con lo scopo di combattere la medicina preventiva che finiscono però per danneggiare sia i pazienti che il personale medico. I camici si sentiranno in qualche modo danneggiati nella propria libertà quando saranno chiamati a compiere determinati accertamenti: il decreto-legge prevede infatti sanzioni per chi non dovesse adeguarsi.
L'articolato prevede anche l'intervento sugli standard ospedalieri. Le Regioni dovranno rivedere, in qualche modo, il tasso di degenza media e il tasso di ospedalizzazione. Sono previste penalizzazioni per le case di cura convenzionate con meno di 40 posti letto.
Seguici sui Social