Sarebbe la carenza della molecola HINT1 a facilitare la progressione del tumore

Il melanoma è uno dei tumori più aggressivi, si sviluppa sulla pelle ma se non diagnosticato e affrontate precocemente può progredire in maniera metastatica, a partire dai linfonodi fino ad interessare anche polmoni o cervello.  Ora grazie alla ricerca italiana si è appena aperta una nuova via per combatterlo: la chiave potrebbe essere in una proteina, chiamata HINT1 - Histidine triad nucleotide-binding protein 1: sarebbe questa molecola quando spenta, carente o ridotta a favorire la diffusione del tumore e dunque riattivandola potrebbe aiutare a fermare la diffusione. La scoperta viene dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ed è appena stata pubblicata sulla rivista Cell Cycle. L'équipe del Prof. Alessandro Sgambato dell’Istituto di Patologia Generale dell’Università Cattolica, diretto dal Prof. Achille Cittadini, insieme con colleghi del Cancer Center della Columbia University di New York e del Dipartimento di Oncologia Medica del Dana Farber Cancer Institute della Harvard University di Boston (dove ha lavorato Giannicola Genovese, dottorando in Oncobiologia e Oncologia Medica alla Cattolica di Roma) sono infatti riusciti a riattivare, in cellule coltivate in provette, la HINT1  “spenta” mostrando un arresto del tumore. Si tratta dunque di una via ancora in fase preclinica i cui risultati si spera di poter vedere fra qualche anno visto che la speranza è di sviluppare dei farmaci capaci di mimare l’attività di HINT1. Secondo le prime stime formulate dai ricercatori italiani, disfunzioni a carico di HINT1 potrebbero essere coinvolte nel 40 per cento dei casi di melanoma.

HINT1 è un oncosoppressore (o antioncogene), cioè inibisce la trasformazione maligna di una cellula normale. "In questo studio - spiega il professor Sgambato - abbiamo dimostrato che HINT1 può tenere sotto controllo due importanti oncogeni (geni che promuovono lo sviluppo di un tumore), quali la ciclina D1 e BCL2, che favoriscono la trasformazione di cellule normali in cellule di melanoma". La ciclina regola, stimolandola, la proliferazione cellulare. BCL2 previene la morte delle cellule danneggiate e quindi pericolose, e contribuisce a rendere le cellule tumorali “immortali”. "Abbiamo dimostrato - continua Sgambato - che HINT1 è frequentemente assente in cellule di melanoma umano e che la sua riattivazione riduce la crescita e la malignità del tumore".
La scoperta potrebbe avere risvolti importanti anche per altri tipi di tumori perché  HINT1 risulta alterato anche nel cancro del colon e dello stomaco. "Naturalmente - sottolinea il patologo generale della Cattolica  - non sarà facile sviluppare un simile farmaco e sarà necessario il coinvolgimento di aziende farmaceutiche che, ci auguriamo, possano finanziarne lo sviluppo, collaborando con noi per la messa a punto del trattamento".

Il Melanoma è un tumore maligno molto aggressivo che ha origine dai melanociti, le cellule cutanee responsabili della produzione di melanina (molecola che colora la nostra pelle), e insorge frequentemente su un neo preesistente ma può comparire anche “de novo”, dai melanociti normali della pelle. Il melanoma rappresenta la prima causa di morte al mondo per tumore della pelle e la sua incidenza è cresciuta negli ultimi decenni a un ritmo superiore a quello di qualsiasi altro tipo di tumore. Rarissimo prima della pubertà, il melanoma colpisce prevalentemente soggetti tra  30 e  60 anni. In Italia si registrano circa 7 mila nuove diagnosi di melanoma l'anno con 1.500 decessi. A livello mondiale, si stima che nell’ultimo decennio il melanoma abbia raggiunto i 100.000 nuovi casi l’anno: un aumento di circa il 15 per cento rispetto al decennio precedente. Inoltre, l’età dei malati si sta abbassando progressivamente. Se dieci anni fa i giovani rappresentavano solo il 5 per cento dei casi, oggi il 20 per cento dei casi riguarda pazienti tra i 15 e i 39 anni, aumento che è stato attribuito sia a una scorretta esposizione solare durante l’infanzia, sia all’uso esagerato delle lampade solari.

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