L’assenza nelle cellule fetali degli animali da laboratorio sembra causare la mutazione del gene Tbx1
AUSTRALIA - Uno studio dell’Istituto di Ricerca australiano Walter ed Eliza Hall avrebbe scoperto l’interruttore che modifica un gene noto per il normale sviluppo cardiaco, che potrebbe spiegare le variazioni nella gravità della sindrome di DiGeorge.
La Sindrome DiGeorge (Ipoplasia Timica Congenita o Monosomia 22q11)è caratterizzata dall'insieme di diverse malformazioni: ipoplasia del timo e delle ghiandole paratiroidi, cardiopatia congenita di tipo troncoconale e dimorfismi del viso minori ma caratteristici. E’ causata dalla mutazione o delezione 22q11 del gene Tbx1 e colpisce circa 1 bambino su 4000.
I ricercatori dell’Istituto Walter ed Eliza Sala ha fatto la scoperta mentre indagavano lo sviluppo fetale in un modello animale della sindrome di DiGeorge. La Dottoressa Anne Voss e il Dott. Tim Thomas, autori dello studio pubblicato su Developmental Cell , hanno spiegato che "la variazione dei sintomi è così importante che anche i gemelli omozigoti, che presentano la stessa identica sequenza del DNA, possono presentare condizioni molto diverse. Quindi abbiamo ipotizzato che siano i fattori ambientali a determinare le variazioni, in particolare condizionando il modo in cui si sviluppa il materiale genetico nella cromatina”.
La cromatina è il materiale genetico che comprende DNA e proteine associate nel nucleo della cellula. Alcuni segnali chimici che si trovano sulla cromatina possono attivare o disattivare i geni, comportando una grande differenza di sviluppo cellulare. Il team di ricerca ha quindi scopeto che la proteina denominata MOZ è una sorta di interruttore, presente nella cromatina, in grado di spiegare la grande variabilità di gravità della sindrome DiGeorge nel modello animale.
MOZ regola il gene Tbx1, responsabile del corretto sviluppo cardiaco. I modello murini utilizzati per lo studio, privi di proteina MOZ, hanno mostrato che in assenza della proteina regolatrice il gene Tbx1 non funziona regolarmente e induce una sintomatologia simile a quella dei bambini affetti da DiGeorge.
Secondo i ricercatori la gravità della sindrome potrebbe inoltre essere aggravata dalla dieta della madre. Hanno infatti dimostrato che l’eccesso di acido retinoico (un tipo di vitamina A) può aggravare ulteriormente la sintomatologia.
La ricerca è stata supportata dal National Health and Medical Research Council of Australia, la British Heart Foundation, e dal Governo di Victoria.
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