Uno studio tedesco analizza i test genetici e elettrofisiologici che facilitano la diagnosi
MONACO - Le sindromi miasteniche congenite (CMS) sono patologie eterogenee dal punto di vista genetico e clinico, caratterizzate da difetti a carico dei geni che causano il malfunzionamento delle proteine coinvolte nelle giunzioni neuromuscolari.
Le CMS sono tra le poche malattie genetiche ad essere altamente curabili, attraverso terapie che variano a seconda del difetto genetico scatenante. Nuove mutazioni vengono continuamente individuate e per ora sono 14 i geni coinvolti nella patologia, risulta quindi indispensabile lo sviluppo di test genetici accurati, per permettere la corretta diagnosi delle CMS, che spesso vengono confuse con altre miopatie congenite.
In uno studio pubblicato su Human Mutation, i ricercatori del Friedrich Baur Institut di Monaco, coordinati dalla dottoressa Angela Abicht, hanno svolto uno screening genetico di pazienti affetti da CMS provenienti da 680 famiglie, al fine di individuare quali mutazioni sono più informative nella diagnosi della patologia e, in seguito, hanno analizzato le correlazioni fenotipo-genotipo, per trovare i fenotipi più predittivi.
Solo nel 44 per cento dei pazienti analizzati sono state individuate delle mutazioni su geni che sono considerati collegati alla patologia e le più frequenti sono state osservate a carico dei 4 geni che codificano per le subunità del recettore per l'acetilcolina (CHRNA1, CHRNB1, CHRND, and CHRNE) seguite da mutazioni dei geni RAPSN e COLQ, che codificano per proteine coinvolte nelle giunzioni neuromuscolari.
La bassa percentuale di mutazioni individuate dimostra che il numero di geni che causano le CMS è molto maggiore di quello che conosciamo oggi.
A questo proposito i ricercatori hanno analizzato i fenotipi dei pazienti affetti da CMS per individuare quali condizioni sono collegate ad un maggiore tasso di mutazioni e quindi possono avere un valore diagnostico maggiore.
I fenotipi associati a un tasso più elevato di mutazioni sono risultati essere i disturbi della motilità degli occhi (oftalmoparesi), la risposta positiva agli inibitori dell'acetilcolina e la comparsa di apnee. Anche la presenza di una storia famigliare di CMS e l'insorgenza precoce dei sintomi sono risultati correlati con un alto tasso mutazionale.
In conclusione questo studio dimostra l'importanza di un approccio multidisciplinare nella difficile diagnosi delle CMS, che veda l'integrazione di analisi genetiche e di test clinici e la stretta collaborazione di medici, genetisti ed elettrofisiologi.
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