Un gruppo di ricercatori italiani, coordinati dalla Dr.ssa Silvia Soddu all’Istituto oncologico Regina Elena di Roma, ha messo a punto un test diagnostico economico e veloce che può individuare gli affetti e i portatori sani di Atassia Teleangectasia (A-T) su un’ampia popolazione e consentire così fin dall’infanzia l’inizio di terapie e comportamenti di prevenzione.


In collaborazione con il Cnr di Roma e l’Università “Sapienza” il team ha applicato per la prima volta il test a un gruppo di pazienti pazienti affette da carcinoma della mammella dimostrando che l’otto per cento delle donne che avevano sviluppato il tumore in più giovane età era portatrice sana di A-T.
Il lavoro, pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Investigation, spiega come sia possibile utilizzare la localizzazione ai centrosomi di p53, il più importante oncosoppressore, come un indicatore indiretto, ma fedele, della presenza di mutazioni nel gene ATM.

Nasce quindi un nuovo test diagnostico specifico che, per la prima volta, consente di individuare in modo veloce, economico e non invasivo i portatori sani di mutazioni ATM nella popolazione generale e di distinguere i bambini con A-T da quelli con altre patologie atassiche, malattie che determinano perdita di coordinazione nei movimenti. In questi ultimi, la diagnosi precoce è fondamentale per iniziare le terapie di supporto il prima possibile.

“Lo sviluppo di un test specifico non invasivo, economico e veloce - sottolinea il Prof. Ruggero De Maria, direttore scientifico dell’IRE - apre per la prima volta la possibilità di valutare diversi aspetti predittivi su un’ampia popolazione, dare specifiche indicazioni comportamentali per la prevenzione di tumori ed intervenire con una precocità impensabile fino ad oggi”. Il dettaglio dello studio: “Durante la divisione delle cellule - illustra Andrea Prodosmo - i cromosomi devono essere equamente divisi tra le cellule figlie. I centrosomi sono i fulcri a cui si legano le funi (i microtubuli) che tirano i cromosomi verso le due cellule figlie. Studiando gli spostamenti all’interno delle cellule dell’oncosoppressore p53, abbiamo scoperto che ATM dirige p53 ai centrosomi ad ogni divisione cellulare”. Secondo Silvia Soddu “la sorpresa maggiore è però arrivata dall’osservazione che p53 non è più capace di raggiungere i centrosomi nel 100% dei globuli bianchi dei pazienti colpiti da A-T e nel 50% dei globuli bianchi dei portatori sani”. Questa osservazione ha aperto la strada alla messa a punto del test oggetto della pubblicazione. Lo studio è stato possibile grazie al sostegno dell’AIRC.

L’A-T è una malattia caratterizzata da progressiva degenerazione neuronale, sensibilità alle radiazioni, immunodeficienza e predisposizione allo sviluppo di infezioni ricorrenti e di tumori. Le mutazioni del gene ATM, se ereditate da genitori entrambi portatori sani, sono responsabili dell’A-T, una malattia rara che colpisce un bambino su 10.000-50.000 nati. I portatori sani di mutazioni ATM (eterozigoti A-T) sono molto più frequenti e in Italia rappresentano l’1.5-3.5% della popolazione generale. Di solito, però, solo una piccola parte dei portatori sani scopre di esserlo, in seguito alla nascita di un figlio malato. L’identificazione dei portatori sani sarebbe molto importante poiché questi individui sono più sensibili alle radiazioni ionizzanti, come RX e raggi gamma, e sembrano avere una maggiore propensione ad ammalarsi di diabete e psoriasi nonché un’incidenza di tumori, in particolare alla mammella, almeno quattro volte superiore rispetto ai non portatori.

 

Seguici sui Social

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla Newsletter per ricevere Informazioni, News e Appuntamenti di Osservatorio Malattie Rare.

Sportello Legale OMaR

Tumori pediatrici: dove curarli

Tutti i diritti dei talassemici

Le nostre pubblicazioni

Malattie rare e sibling

30 giorni sanità

Speciale Testo Unico Malattie Rare

Guida alle esenzioni per le malattie rare

Partner Scientifici

Media Partner


Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni