La stimolazione magnetica transcranica è una tecnica non invasiva già studiata per depressione e Parkinson
La stimolazione magnetica transcranica (TMS) è una tecnica non invasiva che consiste nella stimolazione di regioni specifiche del cervello mediante un campo magnetico generato da corrente elettrica a basso voltaggio e che attira da tempo l'interesse del mondo scientifico per le possibili applicazioni nella cura di patologie quali la depressione, l'epilessia e il Parkinson.
In un nuovo studio, pubblicato su Restorative Neurology and Neuroscience, la TMS ripetuta, applicata durante l'attività di scrittura, ha riportato risultati incoraggianti in pazienti affetti da distonia focale della mano, patologia invalidante caratterizzata da movimenti involontari delle dita verso l'interno o l'esterno del palmo della mano.
Dei 17 pazienti coinvolti, affetti da tipi diversi di distonia focale della mano (crampo dello scrittore e del musicista), il 68 per cento ha notato un miglioramento dei sintomi dopo 5 sessioni giornaliere di TMS ripetuta e nel 58 per cento dei casi il beneficio si è protratto per 10 giorni. Inoltre, dopo la conclusione dello studio, 3 pazienti hanno contattato i ricercatori per chiedere ulteriori sessioni, dichiarando di continuare a osservare i miglioramenti anche a mesi di distanza.
L'altro parametro analizzato è stata la pressione esercitata sulla penna durante la scrittura, che è diminuita fino a 5 giorni dopo la fine delle sessioni.
Dato che i pazienti coinvolti nello studio manifestavano diversi tipi di distonia focale e un ampio range di sintomi, gli autori dello studio sono ora interessati a individuare un sottogruppo che possa beneficiare della TMS ripetuta e a studiarne l'efficacia come terapia aggiuntiva ad altri trattamenti.
Seguici sui Social