Le mutazioni sono a carico dei geni che codificano per le subunità del collagene di tipo V, componente del tessuto connettivo
Arriva dai ricercatori dell'Università di Brescia la scoperta di 18 nuove mutazioni alla base della sindrome di Ehlers-Danlos, rara patologia poco conosciuta caratterizzata, secondo la classificazione di Villefranche, da iper-elasticità cutanea, presenza di cicatrici atrofiche e ipermobilità delle articolazioni.
La sindrome, a ereditarietà autosomica dominante, colpisce all'incirca 1 persona ogni 20000 ed è causata da una carenza del collagene di tipo V, proteina che rappresenta un componente minore del collagene fibrillare presente in molti tessuti connettivi.
Diversi studi hanno dimostrato che la maggioranza dei pazienti affetti da Ehlers-Danlos è portatrice di una delle 117 mutazioni conosciute a carico dei geni COL5A1 and COL5A2, che codificano per le subunità del collagene di tipo V.
Il team bresciano, guidato dal Dr. Marco Ritelli, ha analizzato il profilo genetico e clinico e la storia famigliare di 40 pazienti affetti dalla sindrome, in uno studio pubblicato su Orphanet Journal of Rare Diseases.
Quasi tutti i pazienti inclusi nello studio rientravano nella classificazione Villefranche, il 51 per cento infatti presentava iper-elasticità della pelle, il 95 per cento cicatrici anomale e l'80 per cento soffriva di ipermobilità delle articolazioni.
L'analisi genetica dei geni COL5A1 e COL5A2 ha permesso l'identificazione delle mutazioni alla base della patologia nel 93 per cento dei casi e ha portato alla scoperta di 18 mutazioni finora sconosciute.
La maggior parte delle mutazioni è risultata a carico di COL5A1 e di tipo nonsenso, che causa cioè la produzione di una proteina tronca, le altre, a carico di COL5A2 e collegate ad un fenotipo più grave, sono invece risultate di tipo missenso o frame-shift con la conseguente delezione in frame di un esone e la produzione della proteina mutata.
“Questo studio” concludono gli autori: “dimostra che una accurata valutazione clinica dei pazienti e dei loro famigliari è in grado di ridurre il numero delle diagnosi non chiare. Utilizzando il metodo che abbiamo adottato, il sospetto di Ehlers-Danlos può essere chiarito e la diagnosi confermata mediante test genetico, permettendo l'identificazione della maggior parte dei difetti molecolari”.
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