L'Aquila - Avrà durata quinquennale lo studio Sybil, che prevede la messa a punto di malattie ossee rare attraverso i quali comprendere i meccanismi delle patologie stesse. Il progetto, finanziato dall’UE, è stato  selezionato da un Comitato internazionale fra moltissimi sottoposti all'attenzione della Commissione Europea e sara' svolto da laboratori di Gran Bretagna, Italia, Germania, Svizzera, Francia, Austria e Belgio.

La ricerca sarà coordinata dall'Universita' di Newcastle (Gran Bretagna) con l'ausilio dell'Universita' dell'Aquila che esercitera' la funzione di vicecoordinatore. ''Siamo estremamente orgogliosi di questo importantissimo risultato, raggiunto dal nostro Dipartimento - dice il ricercatore Edoardo Alesse - in un momento di tale difficoltà  economica e sociale, ed in concomitanza con così importanti cambiamenti nella gestione del nostro Ateneo, riteniamo che questo finanziamento possa dare un nuovo impulso allo sviluppo scientifico dell'Università dell'Aquila e contribuire ad attirare nuove leve fra i nostri giovani piu' promettenti''.

''Si tratta di un progetto coordinato, denominato Sybil, che coinvolge 18 gruppi europei - spiega Anna Maria Teti, titolare della ricerca presso l'Ateneo aquilano - metteremo a punto modelli di malattie ossee rare, attraverso i quali cercheremo di capire quali sono i meccanismi principali che le inducono, come funzionano le cellule in presenza delle alterazioni create in laboratorio e come si possa intervenire per prevenirle o curarle. Studieremo molti modelli di malattia nel loro insieme - puntualizza meglio - ed adotteremo tecnologie informatiche avanzate per creare un 'paziente virtuale' che possa dare importanti indicazioni teoriche sui meccanismi che poi studieremo dal punto di vista biologico''. Per la docente ''e' noto che molti dei processi che causano le malattie rare possono essere corresponsabili dell'insorgenza e del decorso di malattie molto piu' frequenti; fra queste, l'osteoporosi e l'osteoartrite sono malattie fortemente debilitanti, che si sviluppano non solo negli anziani, ma anche in soggetti giovani, con elevatissimi costi economici e sociali''. ''Fungeremo da centro di attrazione per giovani scienziati che vogliano intraprendere studi in questo importante settore biotecnologico - conclude Teti - e faremo ogni sforzo per far si' che il progetto sia competitivo e ci consenta di stare al passo con gli altri laboratori europei''.

 

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