Lo studio avvenuto su animali è stato condotto grazie a Telethon e Città della Speranza
Quando i muscoli scheletrici si danneggiano, a causa di una trauma, un tumore, o come avviene per alcune malattie – ad esempio le distrofie – ne consegue sempre una grave livello di invalidità. La scienza però, attraverso gli studi sulle cellule staminali, sta cercando di mettere a punto delle tecniche che permettano di rigenerare la muscolatura, si parla, per questi studi, di medicina rigenerativa. Un interessante passo avanti in questo ambito è appena stato fatto da una equipe multidisciplinare dell’Università di Padova coordinato da Paolo De Coppi, Michela Pozzobon, Libero Vitiello, Nicola Elvassore e finanziata dalla Fondazione Città della Speranza e da Telethon. I ricercatori hanno individuato una nova strategia per ricostruire il muscolo scheletrico sfruttando le potenzialità delle cellule staminali: i risultati di questo studio sono appena stati pubblicati sulla rivista The FASEB Journal - il giornale ufficiale della società americana di sperimentazione biologica.
Grazie alla commistione di competenze diverse – non solo biologia, ma anche ingegneria e chirurgia – i ricercatori padovani sono riusciti per la prima volta a indurre la rigenerazione di tessuto muscolare scheletrico nel modello animale, grazie a una miscela di cellule staminali e di un particolare biomateriale. La particolarità della tecnica sta proprio nel fatto che, per aiutare le cellule staminali a promuovere la riparazione del danno muscolare, queste sono state somministrate disciolte in un liquido a base di acido ialuronico, chiamato hydrogel. Componente normale delle cartilagini, l’acido ialuronico è una sostanza già utilizzata in ambito medico ed è quindi sicura dal punto di vista di possibili reazioni avverse. Illuminato da luce ultravioletta, l’hydrogel diventa un gel semisolido e costituisce quindi un supporto efficiente per le cellule staminali, che hanno così il tempo e l’ambiente adatto per proliferare ed esercitare il proprio ruolo rigenerativo.
I ricercatori hanno infatti osservato che i muscoli dell’animale recuperavano non solo la loro massa iniziale e la capacità di contrarsi, ma anche la corretta presenza di nervi e vasi sanguigni. Questi risultati sono quindi un’incoraggiante premessa allo sviluppo di un nuovo approccio di medicina rigenerativa, applicabile in numerose patologie che portano alla perdita più o meno estesa di massa muscolare, sia nei bambini che negli adulti.
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