Pioniere degli studi di genetica dell’epilessia e delle malformazioni della corteccia cerebrale, viene definito il neurologo che “vede le cose che le altre persone non vedono”. Dalla cattedra di Neurologia Pediatrica alla University College di Londra alla guida di DESIRE, progetto europeo multi-milionari

 

Firenze - Il pioniere degli studi di genetica dell’epilessia e delle malformazioni della corteccia cerebrale, lo specialista che tutto il mondo riconosce essere fra i migliori in un settore così innovativo e importante, appunto colui “che vede le cose che altri non vedono”. A scriverlo è la più prestigiosa rivista internazionale del settore, Lancet Neurology, che dedica all’italiano Renzo Guerrini un profilo scritto dalla penna di Adrian Burton e pubblicata in prima pagina. La rivista ospita il contributo che il professore ha scritto con William B. Dobyns, neurogentista del Children’s Research Institute, Seattle (USA) nel quale presentano ulteriori elementi genetici e neurobiologici alla base della classificazione delle malformazioni della corteccia cerebrale da loro prodotta, con riferimenti aggiornati all’epilessia e alle altre manifestazioni neuologiche che ne conseguono e ai nuovi strumenti diagnostici quali sono appunto il sequenziamento esomico e la risonanza magnetica a campo ultra-alto.


Il ritratto inedito che Lancet Neurology dedica a Renzo Guerrini, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda ospedaliero universitaria Meyer, nonché Professore ordinario di Neuropsichiatria Infantile all’Università di Firenze, è la conferma dell’estremo valore dei suoi studi realizzati “traslando le osservazioni dal letto del paziente al laboratorio” e vice versa. Che Renzo Guerrini sia un’autorità nel campo dell’epilessia viene evidenziato non solo dall’ambitissimo Premio conferitogli nel 2012 della Società Americana per l’Epilessia, ma dalla leadership che il suo gruppo ha in “Desire”, multi-milionario progetto dell’Unione Europea, il cui acronimo, “Development and Epilepsy - Strategies for Innovative Research to improve diagnosis, prevention and treatment in children with difficult to treat Epilepsy” è per il giornalista di Lancet Neurology “una descrizione del lavoro della sua vita come pediatra neurologo, le cui osservazioni cliniche gli hanno permesso di fare connessioni necessarie per intraprendere la ricerca pionieristica nella genetica della epilessia”.

Di Desire, gigantesco progetto che - per vastità di aree di interesse, molteplicità dei centri coinvolti e corposità dei finanziamenti (12 milioni di euro) -, l’Unione Europea dedica all’epilessia nel bambino con l’obiettivo di aprire nuovi scenari terapeutici e diagnostici, il professor Guerrini è guida e coordinatore. Il progetto – ricordiamolo - si sviluppa in cinque anni e coinvolge 25 partner di 11 Paesi, 8 piccole e medie imprese, oltre 250 ricercatori in 19 Centri interessati dalla sperimentazione clinica.

La rivista ripercorre quanto si dice di lui negli ambienti della Neurologia mondiale. Mentre Christopher Walsh della Harvard University  lo ha definito “una combinazione straordinaria di clinico e scienziato che ha classificato nuove forme di epilessia e di sindromi epilettiche, caratterizzandone poi le basi genetiche”, è stato Antonio Delgado-Escueta dell’Università della California parlando delle sue descrizioni delle diverse sindromi neurologiche, a dirgli che vede cose laddove le altre persone non vedono.

L’articolo prosegue con la biografia di Renzo Guerrini che, tra i tanti importanti incarichi, annovera quello di Direttore del Centro per l’epilessia al King’s College University of London, UK, (1999-2001), professore di Neurologia Pediatrica all’Institute of Child Health, Great Ormond Street Hospital (University College London, 2001-2003), vincendo nell’anno finale l’International League Against Epilepsy’s Ambassador for Epilepsy Award. Nel profilo che Adrian Burton dedica al professore non mancano note simpatiche come quella riguardante la sua scelta di studi. Nato in una famiglia di legulei, ingegneri, insegnanti di letteratura e professionisti della medicina (il nonno  paterno, suo omonimo, era chirurgo ostetrico e brevettò una pinza chirurgica) – accarezzò l’idea di fare l’architetto, desistendo poi e scegliendo di ripercorrere le orme del nonno perché “In Italia negli anni 70 gli studi di architettura erano troppo politicizzati”.

Il profilo si addentra negli studi compiuti a Perugia e poi Pisa, prima di Marsiglia, dove si spostò perché negli anni ’80 sull’epilessia dominava la “scuola francese”. Dopo aver sottolineato altre tappe della sua carriera e dei suoi contributi per prestigiose riviste, l’articolo riporta i ringraziamenti che lo stesso Renzo Guerrini fa ai suoi maestri, uno su tutti Pietro Pfanner dell’Università di Pisa, “che ha reso possibile il mio rientro in Italia e quindi l’approdo a Firenze creando un ambiente favorevole per la ricerca nell’ambito delle neuroscienze dell’età evolutiva in Italia”. Guardando al futuro – conclude l’articolo – il professor Guerrini vede speranza per le famiglie colpite dall’epilessia. “La nostra capacità di fare prevenzione migliorerà con le conoscenze di quella miriade di malattie genetiche rare che causano problemi allo sviluppo cerebrale”, dice, per poi aggiungere: “Ma questo credo sia qualcosa che ognuno possa già vedere”.  


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