Ecco come il counseling genetico in fase pre concezionale o durante la gravidanza può evitare anni di indagini inutili e portare a terapie precoci con grande beneficio

LE KREMLIN-BICÊTRE (FRANCIA) – La sindrome di Kallmann è una malattia rara caratterizzata in entrambi i sessi da ipogonadismo ipogonadotropo congenito (CHH) e da un’alterazione del senso dell’olfatto. La malattia è causata da un anomalo sviluppo neurale che interessa sia i tratti olfattivi che la migrazione dei neuroni dell’ormone di rilascio delle gonadotropine. La genetica della sindrome è complessa: più di 15 geni sono stati collegati alla malattia, con diverse modalità di trasmissione. La prevalenza è di un maschio su 8.000 e di una femmina su 40.000, ma probabilmente è sottostimata.

I pazienti con sindrome di Kallmann portatori di mutazioni FGFR1 sono in grado di trasmettere la malattia ai loro discendenti, così come le femmine asintomatiche portatrici di mutazioni in KAL1. Un team di ricerca francese, in uno studio pubblicato sull’Orphanet Journal of Rare Diseases, ha descritto per la prima volta due casi in cui la sindrome di Kallmann è stata sospettata durante la vita fetale a causa del contesto familiare e dell’individuazione di malformazioni con l’ecografia del feto: rispettivamente sindattilia e agenesia renale unilaterale nei soggetti con mutazioni in FGFR1 e KAL1.

Nella storia delle famiglie in questione, il monitoraggio ecografico è stato in grado di rilevare i segni associati alla sindrome di Kallmann prima della nascita e ha quindi consentito la diagnosi neonatale e la gestione precoce. Nella famiglia 1, dopo la diagnosi prenatale seguita dalla conferma neonatale, i medici sono stati in grado di trovare i disturbi legati alle rilevanti mutazioni in FGFR1 in modo tempestivo. Una risonanza magnetica del cervello eseguita a 6 mesi ha mostrato soltanto agenesia dei bulbi olfattivi; clinicamente sono state scoperte malformazioni inapparenti della linea mediana, mentre i test dell’udito erano normali.

Allo stesso modo, nel neonato della famiglia 2, la conferma diagnostica con test ormonali e analisi del gene KAL1 ha permesso di iniziare la terapia ormonale per correggere l’ipotrofia del pene e dei testicoli. Tale correzione precoce dell’ipoplasia genitale avrà verosimilmente delle conseguenze benefiche per la sessualità del paziente e la sua fertilità in età adulta.

La diagnosi precoce della sindrome di Kallmann e la conoscenza del genotipo nei due casi riportati hanno permesso di cercare i segni che altrimenti sarebbero stati trascurati al momento della nascita, ritardando potenzialmente la diagnosi fino alla pubertà. I disturbi associati alla sindrome, infatti, generalmente vengono scoperti solo quando la malattia viene diagnosticata, di solito all’età della pubertà, escludendo un trattamento tempestivo.

La diagnosi precoce, invece, evita indagini inutili o errate, e consente di iniziare la terapia sostitutiva all’età fisiologica della pubertà, evitando così il frequente impatto psicologico di uno sviluppo puberale ritardato. Queste osservazioni sottolineano l’importanza della consulenza genetica per i pazienti che possono trasmettere la sindrome di Kallmann alla loro prole.

Seguici sui Social

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla Newsletter per ricevere Informazioni, News e Appuntamenti di Osservatorio Malattie Rare.

Sportello Legale OMaR

Tumori pediatrici: dove curarli

Tutti i diritti dei talassemici

Le nostre pubblicazioni

Malattie rare e sibling

30 giorni sanità

Speciale Testo Unico Malattie Rare

Guida alle esenzioni per le malattie rare

Partner Scientifici

Media Partner


Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni