Dagli USA un nuovo test non invasivo in grado di individuare le mutazioni

Si tratta di un nuovo test messo a punto dai ricercatori dell'Università di Washington e illustrato sulla rivista Science Translational Medicine. Sarà sufficiente un campione di saliva dei padre e un banale prelievo di sangue della madre per individuare le eventuali mutazioni del nascituro.
Prerogativa di questo test sarebbe la precisione con la quale è possibile mappare il dna del nascituro alla diciottesima settimana di gravidanza. Il Dna del feto comincia a circolare nel plasma del sangue materno a poche settimane dal concepimento, per crescere durante la gestazione e sparire dopo il parto. Di qui il tentativo di mettere a punto nuovi test diagnostici che vadano a sostituire la tradizionale amniocentesi.

Pare che il test sviluppato dai ricercatori di Washington sia in grado di identificare anche i più piccoli cambiamenti del codice genetico e che sia in grado  di individuare anche  le mutazioni non ereditate dai genitori ma comparse ex novo durante la formazione di ovuli e spermatozoi o nel periodo del concepimento.

In un esperimento pilota i ricercatori sono riusciti a individuare 39 nuove mutazioni su 44. ''Questo lavoro ci fa pensare che presto avremo la possibilita' di studiare l'intero genoma del feto alla ricerca di oltre tremila malattie legate a singoli geni grazie ad un unico test non invasivo'', commenta Jay Shendure, genetista dell'universita' di Washington.

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