Il deputato Udc Antonio De Poli è intervenuto nuovamente sulla querelle aperta da anni tra Verona e Padova. Il motivo del contendere tra i due capoluoghi provinciali è il mancato avviamento del centro di screening neonatale per la diagnosi delle malattie metaboliche di Padova, già dotato di apparecchiature di ultima generazione grazie al generoso dono dell’associazione Cometa Asmme.
Attualmente il centro screening neonatale veneto ha sede a Verona e garantisce il test di screening solo per 8 patologie, escludendo lo screening metabolico allargato, che potrebbe invece essere attivato a Padova proprio grazie alla presenza degli strumenti diagnostici.
Sulla questione però si dibatte ormai da più di un anno e ora De Poli si è scagliato nuovamente contro il governatore Zaia, chiedendosi “Perché trova i soldi per la sanità veronese e non per le diagnosi precoci dei bambini di Padova?”
"Zaia si assuma le sue responsabilità - rileva in una nota De Poli -, se la Regione non ci mette i soldi molti bambini perderanno l'opportunità di una diagnosi precoce".
"La spending review non si può fare a spese dei malati. Basta con le chiacchiere, non è un problema di risorse ma di priorità. La Commissione istituita un anno fa - taglia corto De Poli - è solo spreco di soldi pubblici se si è riunita solo una volta in un anno".
Il caso veneto è solo uno dei tanti esempi delle difficoltà dovute all’assenza di un coordinamento nazionale in materia di screening neonatale. Gestire una pratica così importante e delicata a livello nazionale potrebbe invece garantire l’uniformità, grazie alla definizioni di standard certi, offrendo così a tutti i neonati italiani le stesse possibilità di diagnosi precoce e terapia tempestiva.
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