Nel 2016, sono state il 20% di quelle europee, il 3% in più rispetto al 2015
Roma – Per la prima volta in cinque anni, in Italia torna ad aumentare il numero delle sperimentazioni cliniche sui medicinali, rispetto al totale europeo: nel 2016 sono state il 20%, contro il 17% del 2015. È uno dei dati che emerge dal 16º Rapporto nazionale sulla Sperimentazione Clinica dei medicinali dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), relativo al 2016.
La metà delle sperimentazioni cliniche fatte in Italia riguarda ricerche sui farmaci oncologici e immunomodulatori, mentre sono in lieve aumento quelle in ambito neurologico, ematologico e immunitario.
Calano, invece, quelle in ambito infettivologico, il secondo settore per spesa farmaceutica in Italia dopo l'oncologia. “Nell'attuale emergenza globale data dalla resistenza agli antimicrobici – si legge nel rapporto – questo è senz'altro un aspetto su cui concentrare e rivedere le strategie, per favorire maggiori investimenti per lo studio di nuove molecole in grado di sconfiggere i cosiddetti super-batteri”.
Un futuro già presente è invece quello delle nuove terapie geniche (le sperimentazioni con valutazioni di farmacogenetica sono oltre il 15% del totale) e continua lo spostamento verso sperimentazioni su farmaci biologici e biotecnologici.
Nel settore delle malattie rare si rileva una positiva tendenza all'incremento rispetto al 2015, con una forte prevalenza di sperimentazioni profit.
Il 97% delle sperimentazioni fatte in Italia è condotta su pazienti, mentre sono rarissime quelle in cui vengono arruolati volontari sani. Donne, bambini ed anziani continuano ad essere ancora poco studiati.
Qui è possibile consultare il 16º Rapporto nazionale sulla Sperimentazione Clinica dei medicinali dell'AIFA.
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