Un gruppo di specialisti italiani guidati dal dott. Massimo Varenna, Responsabile del Centro Diagnosi e Terapia Patologie Osteometaboliche dell'Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano, ha recentemente condotto uno studio per valutare l'efficacia di infusioni di neridronato nel controllo del dolore acuto associato a osteoartrite (OA) del ginocchio. Stando ai risultati ottenuti, la terapia a base di neridronato sembra comportare una diminuzione clinicamente rilevante del dolore. Lo studio in questione è stato pubblicato sulla rivista scientifica Rheumatology.
L'osteoartrite (OA o osteoartrosi) è una delle malattie umane più diffuse e il dolore al ginocchio rappresenta la principale fonte di disabilità per i pazienti affetti dalla patologia. Nella terapia della OA, la conoscenza della fonte del dolore è necessaria per determinare il trattamento ottimale. Con il crescente uso della risonanza magnetica (MRI) nella valutazione dell'artrite del ginocchio (o gonartrosi), è apparso evidente un rapporto tra i cambiamenti del midollo osseo subcondrale e il dolore, che sembra connesso alla prevalenza e alle dimensioni delle lesioni del midollo osseo (BMLs).
Il neridronato è una molecola appartenente alla classe dei bifosfonati (BP) che ha recentemente dimostrato risultati positivi nel controllo del dolore, degli stati infiammatori e della compromissione funzionale in pazienti affetti dalla rara patologia nota come algodistrofia o sindrome da dolore regionale complesso (CPRS).
Nello studio in questione sono stati arruolati 68 individui, di età superiore ai 50 anni, con dolore acuto al ginocchio dovuto a gonartrosi e con lesioni del midollo osseo (BMLs) evidenziate da MRI. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere 4 infusioni di neridronato (100 mg) o placebo nell'arco di 10 giorni. Dei 68 pazienti totali, 64 hanno completato lo studio.
L'endpoint primario della sperimentazione era la valutazione, mediante scala analogica visiva (VAS), dell'intensità del dolore nel gruppo di pazienti trattati con neridronato rispetto al gruppo sottoposto a placebo. Il dolore al ginocchio è stato misurato al giorno 1 (T0), al giorno dell'ultima infusione (giorno 10; T1) e 50 giorni dopo (giorno 60, T2).
Endpoints secondari consistevano in ulteriori accertamenti clinici compiuti attraverso i questionari sul dolore WOMAC e McGill e il sondaggio sullo stato di salute SF-36 (36-Item Short Form Health Survey), che sono stati sottoposti ai pazienti al T0 e al T2.
Infine, come ulteriore endpoint, è stata esaminata l'evoluzione delle BMLs tramite esami di risonanza magnetica che sono stati effettuati prima del trattamento e al T2 e valutati tramite la scala di punteggio WORMS (Whole-Organ MRI Score).
In base ai risultati dello studio, l'intensità del dolore è diminuita in modo significativamente maggiore nel gruppo neridronato piuttosto che nel gruppo placebo già al T1. Al T2 è stata osservata un'ulteriore diminuzione del dolore nel gruppo neridronato mentre nel gruppo placebo i valori della VAS sono rimasti invariati rispetto al T1. Il trattamento tramite neridronato ha ottenuto importanti miglioramenti rispetto al placebo anche in base agli altri indici di valutazione del dolore e della qualità della vita (WOMAC, McGill e SF-36). Infine, soltanto nel gruppo neridronato la MRI ha evidenziato una significativa diminuzione delle dimensioni delle BMLs.
Per quanto riguarda la sicurezza, nessun paziente ha mostrato eventi avversi gravi correlati ai BP sia durante lo studio che nel corso del periodo di follow-up. Come previsto, gli effetti collaterali più comuni sono stati febbre e acute reazioni di fase (soprattutto poliartralgia) dopo la prima infusione di neridronato. In tutti i pazienti questi sintomi sono scomparsi nell'arco di 2 giorni dopo la prima somministrazione del farmaco.
In conclusione, i risultati di questo studio sembrano fornire la prova che un la somministrazione di neridronato riduca sensibilmente l'intensità del dolore nei pazienti affetti da OA sintomatica del ginocchio. Inoltre, la MRI ha evidenziato una significativa diminuzione della dimensione e della portata delle BMLs nei soggetti trattati con neridronato, deponendo a favore di una possibile relazione tra dolore e BMLs. Gli autori sottolineano come, nonostante alcune limitazioni dello studio, i dati ottenuti giustifichino lo sviluppo di ulteriori indagini con un follow-up abbastanza lungo da permettere una migliore valutazione della progressione della malattia e dell'ottimale regime di dosaggio di neridronato.
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