Suicidio e stati morbosi rilevanti - Grafico IstatNel frattempo, la proposta di legge sul testamento biologico giace in fase di stallo alla Camera

Nel triennio 2011-2013, nel nostro Paese sono stati registrati 12.877 suicidi (10.065 uomini e 2.812 donne): in 737 di questi casi è stata ufficialmente certificata la presenza di patologie fisiche rilevanti che potrebbero aver influenzato una scelta estrema come quella di togliersi la vita. Questo è il dato più allarmante che proviene dal nuovo studio Istat sulla relazione tra malattia e suicidio, un'indagine che, seppure in modo indiretto, si inserisce con forza nell'ambito dell'acceso dibattito che in questi tempi sta animando la politica e l'opinione pubblica italiane, quello relativo alla delicata questione del biotestamento.

L'Istituto nazionale di statistica (Istat) ha effettuato l'analisi delle certificazioni di morte raccolte in Italia nei tre anni che vanno dal 2011 al 2013, con l'obiettivo di fornire una misura quantitativa dei decessi per suicidio correlati alla presenza di una malattia importante. Tutto ciò è stato possibile in quanto, proprio dal 2011, è disponibile per tutte le morti violente anche l'indicazione di morbosità associata, ossia l'attestazione, da parte del medico, dell'esistenza di patologie che si ritiene abbiano avuto un ruolo nel determinare l’evento fatale.

Dai risultati dello studio emerge che, su un numero totale di 12.877 suicidi, 2.401 casi (circa 1 su 5) appaiono essere correlati a morbosità rilevanti, sia di carattere fisico che mentale. In 1.664 casi sono state esclusivamente segnalate malattie di tipo mentale (principalmente depressione e ansia), mentre negli altri 737 è stata riscontrata la presenza di malattie fisiche. Considerando questi ultimi suicidi, 299 sono stati associati a forme di tumore, mentre 288 presentavano patologie mentali aggiuntive (soprattutto depressione).

L'indagine dell'Istat ha esaminato anche le diverse modalità di suicidio messe in atto, fornendo dati piuttosto sconcertanti: nei casi di malattia fisica è risultato più frequente, rispetto ai suicidi associati a disturbo mentale, il ricorso all’auto-avvelenamento, alle armi da fuoco o agli oggetti appuntiti. In assoluto però, la maggior parte dei suicidi correlati a morbosità si sono verificati per impiccamento, strangolamento e soffocamento, o per salto da luoghi elevati.

In una recente dichiarazione, i membri dell'Associazione Luca Coscioni, impegnati in prima linea affinché in Italia si giunga all'approvazione della legge sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), hanno immediatamente commentato i dati dell'Istat, affermando che “i suicidi in Italia sono più di due al giorno, uno ogni 12 ore: lo stesso numero delle troppe 'morti bianche' che si verificano fra i lavoratori dei cantieri edili e delle fabbriche”.

Il mese scorso, il disegno di legge sulle DAT, comunemente definite come 'Testamento Biologico' o 'Biotestamento', è stato votato dalla Commissione Affari sociali. Il passo successivo è la discussione del DDL in aula, alla Camera. “Segnaliamo questi dati ai deputati che con migliaia di emendamenti hanno bloccato per un intero anno una proposta di legge che finalmente introduce nel nostro ordinamento un istituto di cui solo l'Irlanda e l'Italia non si sono ancora dotati”, hanno aggiunto gli esponenti dell'Associazione Luca Coscioni. “Si tratta di norme equilibrate che potrebbero almeno evitare a tanti malati, gravissimi o terminali, sofferenze prolungate e inutili. Specie se includessero la sedazione profonda continua, che in Francia ha risolto felicemente il contrasto fra chi voleva legalizzare l'eutanasia e chi vi si opponeva. E potrebbero ridurre il numero dei malati costretti a cercare nel suicidio un'uscita di sicurezza”.

Immagine tratta dallo studio Istat “Malattie fisiche e mentali associate al suicidio: un'analisi sulle cause multiple di morte”.

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