“Se i risultati saranno positivi – spiega il prof. Uccelli di Genova – avremo un modo per riparare in parte il danno, se saranno negativi avremo almeno frenato i ‘viaggi della speranza’”
GENOVA - La notizia arriva dal Congresso ECTRIMS - dell'European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (Ectrims) svoltosi a Lione ma la fonte è tutta italiana. E’ stato, infatti, il prof. Antonio Uccelli, responsabile del Centro per lo studio e la cura della Sm e malattie demielinizzanti dell'università di Genova ad annunciare che sta partendo l’arruolamento di pazienti per il primo studio clinico di fase II al mondo mirato a studiare la sicurezza e l'efficacia dell'uso delle cellule staminali mesenchimali contro la sclerosi multipla.
L’annuncio è avvenuto nel corso di una sessione intitolata: "From dreams to reality", dai sogni alla realtà. I sogni sono quelli che in questi ultimi anni sono circolati intorno ai possibili usi delle cellule staminali, sogni che in parte si sono concretizzati – al punto da essere anche al centro dell’ultimo premio Nobel per la medicina – e che in parte devono ancora divenire realtà. Un processo, questo del passaggio dal sogno alla realtà, che prosegue e prende corpo negli studi.
“Dobbiamo subito specificare – ha detto il prof. Uccelli all’agenzia di stampa Adnkronos Salute, presente al convegno - che potranno essere impiegate solamente in quei pazienti che hanno tessuti nervosi non ancora completamente danneggiati”. Uccelli usa un paragone preso dal mondo naturale per spiegare il perché di questo limite. “Quando un bosco è stato distrutto da un incendio – dice - e il bosco in questo caso è il sistema nervoso del paziente affetto da sclerosi multipla, non è più possibile intervenire. Invece, quando l'incendio ancora non si è esteso, pensiamo sia possibile spegnere le fiamme'favorendo la sopravvivenza degli alberi non ancora distrutti e permettendo loro di germogliare nuovamente. Questo è quanto speriamo di ottenere grazie alle staminali mesenchimali estratte dal midollo osseo del paziente stesso dimostrando che hanno anche una funzione protettiva e riparativa dei nervi".
Questo primo trial clinico su pazienti con SM arruolerà 160 malati che non hanno risposto alle terapie disponibili. Lo studio sarà un multicentrico in doppio cieco; oltre al nostro paese parteciperanno anche Francia, Spagna, Gran Bretagna, Danimarca, Svezia, Svizzera, Australia e Canada. L’arruolamento dei pazienti dovrebbe concludersi entro la fine del 2013 così a avere i primi risultati su sicurezza ed efficacia a metà 2015, sperando che siano tali da poter poi proseguire con la fase III di studio.
“Gli studi eseguiti nel nostro laboratorio – ha spiegato Uccelli - sono stati i primi, nel 2005, a dimostrare l'efficacia di questo trattamento su modello animale. Un risultato che è stato confermato da altri laboratori e che ha creato consenso per far sì che ci fosse un razionale consistente per procedere con la sperimentazione sull'uomo. L'obiettivo è di arrivare a dare una risposta definitiva alla domanda se le cellule staminali mesenchimali funzionano realmente contro questa malattia. In caso di risposta negativa, speriamo almeno di mettere fine al turismo della speranza, dove conta solo la carta di credito dei pazienti disperati in cerca di cure miracolose".
Quello che si crede in base agli studi fatti fino ad ora e si vorrebbe dimostrare con il trial è che le staminali non solo possano bloccare la reazione autoimmune che attacca il sistema nervoso, cosa possibile anche con i farmaci in commercio, ma che possano anche rilasciare fattori protettivi dei tessuti e favorire la riparazione. “Non si tratta però – sottolinea Uccelli – di rigenerare tessuti irreversibilmente danneggiati” .
Lo studio italiano è stato finanziato dalla Fism con circa un milione di euro e gli scienziati italiani si sono uniti con quelli delle altre 9 Nazioni per evitare la pratica, troppo diffusa e poco utile di disperdere le energie in tanti piccoli studi frammentati.
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