L'Associazione italiana sclerosi multipla (Aism), con la sua Fondazione Fism, ha presentato lo scorso 6 settembre a Milano l'iter conclusivo dello studio 'Cosmo', finanziato dalla Fism con 1,5 milioni di euro per far luce sul legame tra la malattia neurologica e la Ccsvi (insufficienza venosa cerebrospinale cronica), teorizzato nel 2008 dall'angiologo di Ferrara Paolo Zamboni. Il risultato sembra essere chiaro: “non esiste alcun rapporto tra la CCSVI scoperta da Zamboni e la sclerosi multipla". A dirlo è Giancarlo Comi del San Raffaele di Milano, nel presentare i risultati definitivi dello studio Cosmo pubblicati sul Journal of Multiple Sclerosis. "Quindi - aggiunge - non vi sono neppure ragioni per fare sperimentazioni cliniche sull'angioplastica in pazienti che eccezionalmente presentino queste alterazioni".
"Lo studio Cosmo è stato un'importantissima esperienza di alleanza fra comunità scientifica e le persone con la sclerosi multipla, per dare una risposta certa ad una domanda complessa - evidenzia il neurologo Gianluigi Mancardi dell' Università di Genova, tra i principali esecutori del trial- Con uno sforzo notevole, in poco tempo, la risposta è stata fornita, risolvendo definitivamente un problema non secondario per la comunità di studiosi e di pazienti. Ora le nostre energie devono essere impiegate nelle usuali direzioni, che non sono mai state abbandonate, in particolare sulla comprensione dei meccanismi della malattia e sulle terapie che ne possono modificare il decorso".
"Contributori fondamentali della pubblicazione, oltre ai ricercatori coinvolti e ai membri dello steering commitee - commenta Roberta Amadeo, presidente nazionale Aism - sono tutte le persone con Sm: Cosmo è un bene comune, che dopo 2 anni di intensa attività scientifica condotta con rigore e impegno, da' una risposta alle persone con sclerosi multipla. Le risposte che ha dato Cosmo rappresentano una svolta determinante per tutti, un punto fermo fino a nuove prove scientifiche validate".
"E' questo il compito fondamentale di Aism", precisa Mario Alberto Battaglia, presidente Fism: "Perseguire ogni strada in grado di dare risposte alle persone impegnando tutte le risorse necessarie, umane scientifiche e economiche. E' in questa ottica che si colloca lo studio Cosmo: un impegno condotto con grande sforzo, rigore scientifico altissimo e alta professionalita'".
Non sono certamente altrettanto soddisfatte le reazioni dell'Associazione 'Ccsvi nella sclerosi multipla' Onlus che conferma il proprio sostegno alle teorie dell'angiologo ferrarese Paolo Zamboni, sul legame tra sclerosi multipla e Ccsvi: "Nessuno studio può autopromuoversi come l'unico e definitivo, in medicina. Abbiamo appreso che lo studio Cosmo sarà pubblicato sul 'Journal of Multiple Sclerosis - si legge in una nota dell'associazione - Avremo quindi la possibilità di studiare meglio i suoi contenuti, annunciati da un anno, e ci esprimeremo con ancora maggiore chiarezza su di essi. Riteniamo tuttavia che i punti essenziali delle nostre critiche allo studio difficilmente potranno subire variazioni di rilievo".
Sclerosi Multipla e CCSVI: lo studio dimostra l’assenza di correlazione
L'Associazione italiana sclerosi multipla (Aism), con la sua Fondazione Fism, ha presentato lo scorso 6 settembre a Milano l'iter conclusivo dello studio 'Cosmo', finanziato dalla Fism con 1,5 milioni di euro per far luce sul legame tra la malattia neurologica e la Ccsvi (insufficienza venosa cerebrospinale cronica), teorizzato nel 2008 dall'angiologo di Ferrara Paolo Zamboni. Il risultato sembra essere chiaro: “non esiste alcun rapporto tra la CCSVI scoperta da Zamboni e la sclerosi multipla". A dirlo è Giancarlo Comi del San Raffaele di Milano, nel presentare i risultati definitivi dello studio Cosmo pubblicati sul Journal of Multiple Sclerosis. "Quindi - aggiunge - non vi sono neppure ragioni per fare sperimentazioni cliniche sull'angioplastica in pazienti che eccezionalmente presentino queste alterazioni".
!Lo studio Cosmo è stato un'importantissima esperienza di alleanza fra comunità scientifica e le persone con la sclerosi multipla, per dare una risposta certa ad una domanda complessa - evidenzia il neurologo Gianluigi Mancardi dell' Università di Genova, tra i principali esecutori del trial- Con uno sforzo notevole, in poco tempo, la risposta è stata fornita, risolvendo definitivamente un problema non secondario per la comunità di studiosi e di pazienti. Ora le nostre energie devono essere impiegate nelle usuali direzioni, che non sono mai state abbandonate, in particolare sulla comprensione dei meccanismi della malattia e sulle terapie che ne possono modificare il decorso".
"Contributori fondamentali della pubblicazione, oltre ai ricercatori coinvolti e ai membri dello steering commitee - commenta Roberta Amadeo, presidente nazionale Aism - sono tutte le persone con Sm: Cosmo è un bene comune, che dopo 2 anni di intensa attività scientifica condotta con rigore e impegno, da' una risposta alle persone con sclerosi multipla. Le risposte che ha dato Cosmo rappresentano una svolta determinante per tutti, un punto fermo fino a nuove prove scientifiche validate".
"E' questo il compito fondamentale di Aism", precisa Mario Alberto Battaglia, presidente Fism: "Perseguire ogni strada in grado di dare risposte alle persone impegnando tutte le risorse necessarie, umane scientifiche e economiche. E' in questa ottica che si colloca lo studio Cosmo: un impegno condotto con grande sforzo, rigore scientifico altissimo e alta professionalita'".
Non sono certamente altrettanto soddisfatte le reazioni dell'Associazione 'Ccsvi nella sclerosi multipla' Onlus che conferma il proprio sostegno alle teorie dell'angiologo ferrarese Paolo Zamboni, sul legame tra sclerosi multipla e Ccsvi: "Nessuno studio può autopromuoversi come l'unico e definitivo, in medicina. Abbiamo appreso che lo studio Cosmo sarà pubblicato sul 'Journal of Multiple Sclerosis - si legge in una nota dell'associazione - Avremo quindi la possibilità di studiare meglio i suoi contenuti, annunciati da un anno, e ci esprimeremo con ancora maggiore chiarezza su di essi. Riteniamo tuttavia che i punti essenziali delle nostre critiche allo studio difficilmente potranno subire variazioni di rilievo".
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