La comunità scientifica del mondo vascolare sancisce, in modo imprescindibile: la CCSVI esiste, e si può riscontrare in diverse malattie neurodegenerative, tra cui la sclerosi multipla. Questo - spiega l'associazione CCSVI nella SM con un comunicato stampa che riportiamo integralmente - è quanto definisce ufficialmente il documento internazionale di consenso sulle malformazioni vascolari, appena pubblicato sul sito della prestigiosa rivista scientifica International Angiology dell’Unione Internazionale di Flebologia (IUP).
Il documento, intitolato “Diagnosi e trattamento delle malformazioni venose - Documento di Consenso dell’Unione Internazionale di Flebologia (IUP(1)): aggiornamento al 2013“, è stato discusso e votato a Boston nel settembre del 2013 dalla società scientifica più importante, più antica e più numerosa che si occupi di vene nel mondo.
I 2000 delegati di 47 paesi presenti a Boston, sulla base delle evidenze scientifiche scaturite dal lavoro dei ricercatori negli ultimi quattro anni, ha approfondito e dettagliato quanto su questo tema fu già approvato nella UIP 2009 a Montecarlo, e ha raggiunto un consenso sui seguenti punti, che confermano in modo definitivo ed eclatante quanto scoperto e indicato a partire dal 2007 dal prof Paolo Zamboni, dell’Università di Ferrara:
1. La CCSVI esiste e in molte delle sue presentazioni può essere assimilta a una malformazione tronculare dell'apparato venoso (ndr: ossia, che si sviluppa nel feto tra il terzo e il quinto mese di gravidanza). Del tutto simile a quelle che si incontrano in altri settori dell'albero vascolare umano come nelle vene Iliache e nel la vena cava;
2. Per diagnosticarla è meglio utilizzare dei sistemi multimodali che comprendono la pletismografia, l'ecodoppler, la risonanza magnetica venosa, la flebografia con catetere ed infine gli ultrasuoni intravascolari (ndr: si supera così il problema della ‘operatore-dipendenza’, che ha provocato risultati dissonanti in alcuni studi diagnostici. In ogni caso, la stragrande maggioranza degli studi internazionali indipendenti, compresi in tre meta-analisi confermano una significativa prevalenza della CCSVI nella Sclerosi multipla);
3. Si può riscontrare in diverse malattie neurodegenerative fra cui la sclerosi multipla e può anche essere presente nella popolazione apparentemente sana;
4. Può provocare delle conseguenze sulla perfusione o ossigenazione cerebrale nonché sul flusso del liquor cerebrospinale.
L’Associazione CCSVI nella SM, nata per sostenere la scoperta del prof Zamboni e la libera ricerca sulla CCSVI, sottolinea l’assoluta importanza delle certezze presenti in questo documento di consenso della flebologia internazionale, e la potenzialità degli orizzonti che questo delinea e allarga.
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