Più del 30 per cento ha la malattia di Crohn

Almeno 200.000, è questo il numero di italiani affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali, tanti quanti ne ha oggi una città come Trieste. Di questi circa 60.000 sono affetti dalla malattia di Crohn.  Sono questi gli allarmanti dati emersi al Primo Workshop di Economia e Farmaci per le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali svoltosi a Roma poche settimane fa.

I responsabili scientifici dell’evento, Antonio Gasbarrini, professore ordinario di Gastroenterologia, e Americo Cicchetti, professore ordinario di Organizzazione Aziendale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, hanno voluto ampliare con questo progetto l’approccio multidisciplinare e multistakeholder iniziato nel 2011 in ambito epatologico anche all’area delle MICI, per la quale i dati italiani correnti sono carenti dal punto di vista sia quantitativo sia qualitativo, benché le terapie a disposizione gravino in modo sostanziale sulle casse del Servizio Sanitario Nazionale.

Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), in inglese inflammatory bowel disease (IBD), sono un gruppo patologie caratterizzate dalla presenza di infiammazione cronica a livello dell’apparato digerente, ad eziologia ignota e in assenza di attività infettiva. Le attuali conoscenze scientifiche suggeriscono che un ruolo chiave nella patogenesi delle MICI sia giocato da complesse interazioni di fattori genetici ed ambientali.

Come spiega il prof. Nicola Caporaso, Ordinario di Gastroenterologia presso l’Università Federico II di Napoli, “le malattie infiammatorie croniche intestinali, ossia la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa, sono patologie cronico-ricorrenti che interessano prevalentemente i giovani e che richiedono frequente monitoraggio clinico-strumentale, trattamento farmacologico pressoché continuo e, non di rado, interventi chirurgici. Per questi motivi esse determinano un notevole peggioramento della qualità della vita e costi sanitari elevati."

"Da qualche anno – continua Caporaso - abbiamo a disposizione trattamenti farmacologici abbastanza efficaci in molti casi, che però sono gravati da costi elevati e necessità di gestione solo in Centri altamente qualificati. Nell’ambito del WEF-IBD 2013 saranno affrontate le problematiche inerenti il vissuto del paziente oltre a tutte quelle che riguardano la malattia ed i farmaci, con l’obiettivo di riuscire ad offrire a chi ne ha bisogno il meglio che le conoscenze attuali permettono di avere”.

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