Il codice di esenzione dell'epatite C è 016 (Malattie croniche – Epatite cronica attiva).

Un nuovo farmaco sperimentale per l’epatite C in fase di sviluppo da Achillion Pharmaceuticals, ACH-3102, ha dimostrato in fase II promettenti risultati quando combinato con sofosbuvir. Tale combinazione consentirebbe anche una minore durata del trattamento, pari a sei sole settimane contro le 12 che costituiscono l’attuale standard di cura.

L'infezione da virus dell'epatite C è associata ad un maggior rischio di malattia arteriosa periferica, o PAD, con un rischio quasi 12 volte maggiore nei pazienti di età superiore a 65 anni. Questi dati derivano da uno studio retrospettivo condotto in pazienti taiwanesi pubblicato sulla rivista Journal of Hepatology.

La Regione prevede di spendere 50 milioni di euro. Coinvolti già 235 pazienti

In Toscana non c'è nessuna limitazione relativa all'utilizzo dei nuovi farmaci per il trattamento dell'epatite C. Lo afferma Luigi Marroni, assessore per il diritto alla salute della giunta presieduta da Enrico Rossi. In Toscana il trattamento con il sofosbuvir è stato attivato dall'agosto 2014 con un accesso per uso compassionevole, cioè con la fornitura gratuita da parte del produttore, in seguito al mancato accordo economico tra l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e la ditta produttrice, la Gilead.

Entro questa settimana sarà disponibile anche in Italia simeprevir, il farmaco antivirale di nuova generazione di per il trattamento dell'epatite C di genotipi 1 e 4.
Simeprevir – che verrà prodotto in Italia, presso lo stabilimento italiano Janssen di Latina - è un inibitore di proteasi di nuova generazione per il trattamento degli adulti con epatite C di genotipi 1 e 4, che rappresentano i casi più comuni in Italia: circa il 60% dei pazienti italiani, infatti, è infettata dal genotipo 1 del virus C, mentre il genotipo 4 è responsabile di circa il 20% di infezioni croniche nel mondo.

Il dg di AIFA Luca Pani rassicura i pazienti. Intanto un'associazione è pronta a denunciare in procura le Regioni inadempienti

Sono in arrivo altri tre farmaci per la cura dell'epatite C. A dichiararlo Luca Pani, numero uno dell'Agenzia italiana del farmaco. Il direttore generale dell'AIFA ha anche rassicurato in merito alle coperture finanziarie, i bilanci pubblici avrebbero la disponibilità per acquistare i farmaci più innovativi. L'Agenzia ha inoltre ideato un sistema di “delisting” che permette di eliminare dalla fascia C – e quindi dalla rimborsabilità – i farmaci più vecchi a favore di quelli più nuovi che saranno immessi in commercio con il passare dei mesi.


Nasce “HCView – Una finestra sulle politiche per l’epatite C”, frutto del lavoro di un think tank composto da Clinici e Associazioni Pazienti.  Le richieste più urgenti: implementazione effettiva del Fondo per i farmaci innovativi e varo del Piano Epatiti  per ottimizzare la gestione e la cura dei pazienti, senza distinzioni né discriminazioni

La mancanza di stime epidemiologiche (pazienti diagnosticati da trattare) realistiche e aggiornate sul burden epatite C, il problema della sostenibilità economica dei nuovi trattamenti capaci di eradicare il virus e l’attesa del vaglio e dell’attuazione del Piano Nazionale per la Lotta alle Epatiti Virali (PNLEV) che garantisca a tutti i pazienti l’accesso alle nuove cure. Queste le principali criticità legate all’emergenza epatite C, oggetto di dibattito al Convegno “HCView - Una finestra sulle politiche per l’epatite C” svoltosi ieri, 5 febbraio 2015, a Roma all’Auditorium del Ministero della Salute, promosso da Aboupharma con il patrocinio del Ministero della Salute, EpaC Onlus, SIMIT, Sige e con il contributo educazionale di Abbvie.

Arriva un nuovo farmaco per combattere l'epatite C. Le autorità dell'Unione europea hanno infatti dato il via libera a un trattamento sperimentato dalla AbbVie, ad annunciarlo è stata la stessa casa farmaceutica. Si tratta di una terapia completamente orale, priva di interferone e di breve durata per il trattamento dell'epatite C di genotipo 1, il tipo più diffuso in Usa e in Europa occidentale. Sperimentazioni cliniche di fase 3 su 2.300 pazienti hanno dimostrato la capacità del farmaco di curare il 95%-100% dei pazienti affetti da epatite cronica di genotipo 1. Il nuovo prodotto ha avuto buoni risultati anche nei soggetti affetti da HIV, casi molto numerosi per questa patologia che solo in Italia colpisce oltre un milione di cittadini.

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