Lo studio è stato fatto su sole 30 donne, ne saranno necessari altri e più ampi
Dosi anche minime di naltrexone sarebbero in grado di alleviare il dolore associato alla fibromialgia. Questo sostiene uno studio della Stanford School of Medicine, recentemente presentato al Congresso dell'American Academy of Pain Medicine. La fibromialgia, o sindrome fibromialgica, è caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso associato a rigidità. Fra le malattie reumatiche è molto rara, l'incidenza fra gli uomini risulta dell' 0,5 per cento mentre per le donne arriva a sfiorare il 2 per cento della popolazione mondiale.
Il farmaco sperimentato dal team di ricerca, naltrexone, è un antagonista dei recettori oppioidi utilizzato, a dosi elevate, per il trattamento dalla dipendenza di oppioidi. A dosi ridotte, circa 4,5 mg, il farmaco modula l'attività della glia e agisce come neuroprotettore e soppressore delle citochine coinvolte nella patogenesi del dolore.
Nel 2009, i ricercatori della Stanford University School of Medicine avevano condotto uno studio in 10 donne con fibromialgia da moderata a severa non trattati con oppiodi. Le partecipanti erano state trattate per 8 settimane con 4,5 mg di naltrexone o placebo. Nello studio le pazienti che avevano ricevuto il farmaco avevano ottenuto un miglioramento di circa il 30 per cento nei sintomi della fibromialgia.
Grazie a questi risultati i ricercatori hanno condotto un nuovo studio su 30 donne affette da fibromialgia, trattandole per 12 settimane con 4,5 mg di naltrexone, seguiti da 4 settimane di placebo e 4 di follow up. Dallo studio è emerso che le partecipanti hanno ottenuto una riduzione del dolore superiore nel periodo in cui avevano ricevuto il farmaco, rispetto al placebo (48,5 per cento vs 27,4 per cento).
Il farmaco non ha mostrato effetti sulla qualità del sonno o sull'affaticamento delle pazienti; gli eventi avversi più frequenti sono stati sogni vividi ed emicrania, più frequenti durante la somministrazione del farmaco rispetto al placebo. Questi dati sono piuttosto incoraggianti, ma necessitano uno studio più ampio che possa dimostrare l'efficacia e la sicurezza del farmaco a questo dosaggio.
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