Milano – L’emangioma infantile fa parte delle anomalie vascolari, patologie dell’apparato circolatorio caratterizzate da un’estrema variabilità della sede, del tipo di tessuto o dell'organo colpito e classificabili in malformazioni vascolari del bambino e dell'adulto e in tumori vascolari. In Italia ogni anno nascono circa 30-40.000 bambini affetti da emangioma infantile, il più comune tumore benigno dei bambini, la cui incidenza va dal 4 al 10%: tuttavia, nonostante la grande rilevanza sul piano medico e sociale, in Italia, ad oggi, non sono molti i centri di riferimento che si occupano di emangioma in modo specifico.

“Nella maggior parte dei casi - dichiara il Dr. Pietro Dalmonte, Responsabile del Centro Angiomi dell'Istituto Pediatrico Gaslini di Genova e Past President SISAV - l’emangioma infantile non richiede trattamenti poiché regredisce spontaneamente nell’arco di alcuni anni. Nel 12% dei casi, invece, la localizzazione della lesione può determinare complicanze cliniche, estetiche e psicologiche anche severe: ad esempio, in presenza di un emangioma posizionato su aree delicate come le palpebre, la bocca o le zone urogenitali, oppure per emangiomi presenti nelle vie aeree superiori e nel fegato. In tutte queste situazioni - continua il Dr. Dalmonte - la diagnosi e l’avvio del trattamento terapeutico devono essere tempestivi poiché le lesioni, oltre a procurare una grave malformazione estetica, possono interferire con le normali funzioni vitali dell’organo e andare incontro a infezione o a ulcerazione”.

La realizzazione di una rete nazionale di strutture specializzate e polispecialistiche per la presa in carico globale dei pazienti con emangioma e con malformazioni vascolari è uno degli obiettivi della SISAV, la Società Italiana per lo Studio delle Anomalie Vascolari, che riunisce in un’unica comunità scientifica i vari specialisti coinvolti nella cura di questi pazienti.

“Ad oggi, nel nostro Paese - dichiara il Dr. Dalmonte - i centri di riferimento che offrono ai piccoli pazienti con emangioma un percorso diagnostico-terapeutico globale con il coinvolgimento di vari specialisti come chirurghi vascolari, dermatologi, pediatri, otorinolaringoiatri, etc., sono molto pochi. E questo impedisce alla patologia di essere prontamente e correttamente diagnosticata. Pertanto, è nostra intenzione - conclude il Dr. Dalmonte - favorire in Italia l’accreditamento e l’apertura di nuovi centri, in cui sia presente un team multidisciplinare che non può escludere lo psicoterapeuta per aiutare il bambino e i suoi genitori a superare un possibile disagio emotivo, soprattutto in presenza di lesioni molto evidenti e sfiguranti, come quelle sul volto”.

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