BOSTON – Verastem. Inc, società farmaceutica incentrata sulla scoperta e lo sviluppo di farmaci orientati contro le cellule staminali cancerose, ha recentemente annunciato che VS-5584, inibitore orale della chinasi focale di aderenza (FAK), ha ricevuto la designazione di farmaco orfano dalla US Food and Drug Administration, per l'uso nel trattamento del mesotelioma.

Dal nostro Paese il via ad un progetto che analizzerà le proprietà di un nuovo composto, messo a punto contro il mesotelioma, e realizzato  a partire dall’estratto di un comunissimo vegetale: il carciofo.
Sarà l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, con la collaborazione della canadese McMaster University, ad analizzare le proprietà del composto in uno studio che avrà la durata di un anno e che coinvolgerà persone che presentano importanti fattori di rischio, come le placche polmonari da amianto.

Durante il congresso internazionale di oncologia dell’ASCO 2014, tenutosi a Chicago, sono stati presentati i risultati di uno studio clinico sul mesotelioma realizzato a Siena e condotto su pazienti provenienti da tutta Italia.
Lo studio è stato realizzato nel reparto di Immunoterapia Oncologica dell'AOU Senese, anche grazie al supporto dell'AIRC – Associazione Italiana Ricerca sul Cancro e dell'ITT – Istituto Toscano Tumori della Regione Toscana ed è stato guidato dal dottor Michele Maio, il quale aveva già precedentemente (2013) pubblicato un altro studio a riguardo su Lancet Oncology.

MolMed S.p.A. (MLM.MI) ha annunciato oggi i risultati dello studio in doppio cieco, controllato con placebo di Fase III su NGR-hTNF verso la migliore opzione terapeutica in 400 pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno che avevano fallito la chemioterapia di prima linea.
Pur non avendo raggiunto l'endpoint primario sulla sopravvivenza globale (OS) in tutta la popolazione, lo studio ha mostrato un aumento statisticamente significativo (non stratificato p=0,02; stratificato p=0,01) del 40% della sopravvivenza globale nei pazienti con prognosi peggiore, che erano andati in progressione durante o subito dopo la chemioterapia di prima linea.

Lo suggeriscono i risultati di uno studio di fattibilità canadese che ha osservato una sopravvivenza raddoppiata rispetto a quella con chirugia standard

E’ bene sottolinearlo subito: i dati presentati dall’equipe del Princess Margaret Center di Toronto, sulle pagine del Journal of Thoracic Oncology, sono assolutamente preliminare. Però delineano una nuova strada che potrebbe essere percorribile, fatti i dovuti approfondimenti, per aumentare la sopravvivenza di chi è colpito da mesotelioma, il tumore polmonare generalmente caratterizzato da prognosi infausta: si chiama SMART (Surgery for Mesothelioma After Radiation Therapy) il nuovo protocollo terapeutico adottato dai ricercatori canadesi e consiste in un ciclo breve di radioterapia ad alto dosaggio prima di sottoporre il paziente a intevento chirurgico radicale (la EPP, pneumonectomia extrapleurica).

Sperimentata l’efficacia di nuovi farmaci per trattare il mesotelioma, si cerca anche di individuare nuovi marker per la diagnosi precoce

La ricerca italiana è in prima linea per il trattamento del mesotelioma pleurico, un cancro polmonare maligno la cui insorgenza è fortemente associata all’inquinamento da amianto (da qui la definizione ‘tumore dell’amianto’). Ne danno la prova due studi coordinati dai team nostrani dell’Università di Siena e dell’Istituto tumori di Napoli-Crom, recentemente pubblicati a livello internazionale.

Mutti (Osservatorio Amianto): “Era la malattia degli operai, ora riguarda anche gli insegnanti”
Per il mesotelioma la ricerca punta su prevenzione e immunoterapia

Roma - Esistono ancora oggi operai delle acciaierie o delle industrie siderurgiche che sono a contatto quotidiano con le fibre di amianto: i casi più noti, come quello dell’Ilva di Taranto balzato agli onori della cronaca negli ultimi mesi. Ma ci sono anche i comuni cittadini, esposti inconsapevolmente all’inquinamento ambientale o alle emissioni da edifici – generalmente pubblici – i cui materiali di costruzione contengono l’amianto. Non da ultima una raccolta dati di Legambiente, per stabilire la sicurezza delle scuole: risultate troppo vecchie e fatiscenti in molte città, in alcune persiste ancora il rischio amianto.

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