Le malattie croniche sono patologie che presentano sintomi costanti nel tempo e per le quali le terapie non sono quasi mai risolutive.
L'incidenza di queste patologie, che possono essere di origini molto diverse, è molto alta. Le malattie croniche rappresentano circa l'80 per cento del carico di malattia dei sistemi sanitari nazionali europei.

Da uno studio retrospettivo de La Sapienza, durato 10 anni, benefici osservati nel 60 per cento dei pazienti

Ci sono i vaccini, in fase di sperimentazione ma con i quali ancora non si intravvedono prospettive certe, e ci sono strategie come le terapie genetiche e lo sviluppo di biomarker per predire e tenere sotto controllo le infezioni. Ma per l’HIV la ricerca è fondamentalmente legata a pochi farmaci e al miglioramento delle strategie dei trattamenti attualmente disponibili. Sforzi convogliati in un’unica parola: anti-retrovirali. “Nel corso degli anni ci sono state modificazioni dei principi attivi adottati, per cui oggi abbiamo a disposizione molecole meno tossiche e certamente più sicure per il paziente. Di certo sappiamo che la terapia con anti-retrovirali è l’unica strada al momento percorribile la cui efficacia è dimostrata”, spiega Ivano Mezzaroma, ricercatore del Dipartimento di Medicina Clinica de La Sapienza di Roma che ha partecipato a uno studio retrospettivo per valutare i benefici provenienti da questo approccio terapeutico.

L’Associazione CCSVI nella SM ribatte alle argomentazioni: “la sperimentazione su un numero limitato di soggetti è già stata condotta”

L’Aism – Associazione italiana sclerosi multipla ha definitivamente deciso: non finanzierà la sperimentazione clinica promossa dall'Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, e guidata dal prof. Paolo Zamboni, nota come studio Brave Dreams. La notizia è stata data ufficialmente dal Comitato Scientifico dii FISM il 10 gennaio scorso a conclusione dell’ iter accelerato di valutazione avviato a luglio 2011. Il Comitato scientifico si riserva di attendere evidenze scientifiche sul nesso causale tra CCSVI e sclerosi multipla, sull’efficacia e la sicurezza del trattamento di angioplastica in questo ambito, prima di emettere nuovi pareri su finanziamenti per trial clinici. I motivi specifici di questo parere negativo vengono spiegati dalla FISM in un comunicato pubblicato sul proprio sito web.

Uno recente studio suggerisce che regioni di corteccia cerebrale di piccole dimensioni possano sviluppare più facilmente la malattia di Alzheimer

Una nuova ricerca, pubblicata di recente su Neurology, suggerisce che laddve le regioni di corteccia cerebrale sono più piccole del normale sia più probabile sviluppare sintomi compatibili con la malattia di Alzheimer. Per questo studio sono state utilizzate le scansioni cerebrali ottenute tramite risonanza magnetica, che hanno consentito la misurazione dello spessore della corteccia cerebrale in 159 persone prive di sintomi di demenza, dell'età media di 79 anni. Ben 19 partecipanti sono stati classificati ad alto rischio, proprio a causa delle piccole dimensioni di alcune regioni corticali note per essere vulnerabili alla malattia di Alzheimer. Dall'inizio dello studio e per i successivi tre anni, ai partecipanti sono stati somministrati test di controllo sulla memoria, il problem solving, la capacità di progettare e di prestare attenzione.

Serviranno a creare servizi di assistenza domiciliare su tutte le province

ROMA - La Regione Lazio guidata da Renata Polverini investe a favore dei pazienti affetti da malattia di alzheimer e dei loro familiari. E’ di pochi giorni fa, infatti, la notizia, data dall'assessore alle Politiche sociali e Famiglia Aldo Forte, che  la Regione ha stanziato 2 milioni e 200 mila euro per potenziare i servizi di assistenza e cura a questa categoria di pazienti. La scelta è dettata sia dall’alto impatto della patologia sulla qualità della vita dei pazienti e della famiglie che dall’alta incidenza, in crescita, di questa patologia tipica dell’età adulta. 

L’UE ha appena approvato per tutti i 27 stati membri due nuove indicazioni terapeutiche per Xarelto® (rivaroxaban), l’anticoagulante orale di Bayer HealthCare, che diventa così l’unico ad aver ben tre indicazioni per patologie di grande impatto sulla popolazione. Il farmaco potrà dunque essere usato per il trattamento del rischio di ictus e dell’embolia sistemica in pazienti adulti con fibrillazione atriale non-valvolare (FA) con uno o più fattori di rischio trombotico; nel trattamento della trombosi venosa profonda (TVP) e prevenzione della TVP e dell’embolia polmonare (EP) recidivanti in seguito a TVP acuta nell’adulto e anche per la prevenzione del tromboembolismo venoso (TEV) nei pazienti adulti sottoposti a sostituzione elettiva di anca o di ginocchio. "L'approvazione in queste nuove indicazioni da parte della Commissione Europea segna il culmine di anni d’intensa ricerca e sottolinea la forza innovativa di Bayer -  ha dichiarato il Dr. Jörg Reinhardt, presidente del Comitato Esecutivo di Bayer HealthCare - Siamo lieti di portare i benefici di rivaroxaban ai pazienti e ai medici in Europa che necessitano di una terapia altamente efficace e conveniente per trattare il rischio di ictus e curare le trombosi venose profonde."

La ricerca, condotta al San Raffaele, è interessante ma solo agli inizi

Ad oggi la diagnosi di Sclerosi Multipla si fa attraverso la Risonanza Magnetica Nucleare secondo criteri che sono stati sperimentati e affinati nel tempo. In futuro però un aiuto alla diagnosi potrebbe venire  da un esame del sangue. Un gruppo di ricercatori dell’ Istituto San Raffaele guidati da Cinthia Farina ha infatti individuato quelli che promettono di essere dei biomarcatori specifici per la malattia. Il risultato di questa ricerca è appena stato pubblicato sul Journal of Autoimmunity. 

A Roma i pazienti affetti da malattie croniche avranno uno sportello interamente dedicato a loro. L’iniziativa è stata presentata la scorsa settimana in Campidoglio. A promuovere il servizio è la Società Italiana di psicologia e pedagogia medica (Sipmed), con il patrocinio di Roma Capitale, della Provincia di Roma e dell'Ordine dei medici chirurghi di Roma.

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