Giuseppe Luca Rizzo con la fidanzata Beatrice

Il giovane atleta parte oggi per un tour della Sicilia insieme alla fidanzata, e a settembre pedalerà con gli amici da Monaco di Baviera a Bolzano

Ferrara – Oggi Luca, con la sua fidanzata Beatrice, partirà in bicicletta per un tour della costa sud della Sicilia, che da Agrigento li porterà, fra cinque giorni, a Catania: 350 chilometri e 3.000 metri di dislivello. Poi, pochi giorni dopo, questa volta con gli amici, pedalerà tutto d'un fiato da Monaco di Baviera a Bolzano, attraversando le Alpi: altri 300 chilometri. “So perfettamente che non è un'impresa titanica”, si schermisce. E invece lo è, perché Giuseppe Luca Rizzo, 33enne consulente finanziario di Ferrara, non sfiderà solo il caldo, la fatica e le salite, ma soprattutto la condizione delle sue articolazioni: soffre infatti di emofilia in forma grave e ha una protesi totale al ginocchio sinistro.

“Mi considero una specie di atleta emofilico: mi alleno quotidianamente, sia come ciclista che come nuotatore. Amo portarmi al limite: ogni anno mi pongo un obiettivo e provo a raggiungerlo”, spiega Luca, che nel 2018 ha scalato lo Stelvio, la cima ciclistica più alta d'Europa, e nel 2019 ha percorso la sua prima randonnée, 300 chilometri da Bolzano a Ferrara. “L'obiettivo del 2020 era quello di tornare in sella: a febbraio, infatti, ho subito un intervento per l'impianto della protesi al ginocchio e sono dovuto rimanere fermo per diversi mesi. Ma alla fine ce l'ho fatta, e dall'inizio del 2021 ho già pedalato per più di 6.000 chilometri. Mi sentivo in forma, e così ho pensato di lanciarmi in queste due avventure: sono dei progetti che mi stanno impegnando anima e corpo e che spero possano essere di esempio e di aiuto per molti ragazzi che, come me, sono emofilici gravi”.

Nessuna competizione, quindi, ma una via di mezzo fra una sfida con sé stesso, un'avventura e un viaggio: un'esperienza per dimostrare a chi è affetto da questa rara malattia del sangue, o ha un problema simile, che non esistono barriere, né limiti fisici o mentali. Ma perché per la prima sfida sportiva è stata scelta proprio la Sicilia? “Perché tutto è cominciato lì: ho vissuto in provincia di Messina fino ai 15 anni, e lì ho scoperto – forse proprio in seguito a una caduta dalla bici – di essere emofilico. Trent'anni fa nessuno credeva che avrei potuto avere una vita quasi normale. E ora torno in quelle terre con il coltello tra i denti!”

La mutazione genetica che Luca ha fin dalla nascita è comparsa de novo: non è stata ereditata dai genitori, i quali, perciò, non potevano sospettare la malattia del figlio. Intorno ai 6 anni l'emofilia ha iniziato a farsi sentire sotto forma di emartri, dolorosi versamenti di sangue nelle articolazioni che l'hanno costretto a subire un primo intervento di sinoviectomia (l'asportazione della membrana sinoviale del ginocchio), eseguito a Castelfranco Veneto. Dopo un lungo periodo di degenza in ospedale, è tornato a casa ma non ha iniziato la profilassi se non all'età di 16 anni, quando purtroppo i danni alle articolazioni avevano continuato a progredire.

Oggi segue questa terapia un giorno sì e un giorno no, e ovviamente dovrà continuare a farlo anche nel corso del suo tour in bicicletta. Si tratta di farmaci che sono sensibili alle alte temperature, ma per Luca neanche questo sarà un problema: “Stiamo studiando un modo per trasportarli e tenerli al fresco, forse basterà una borsa frigo, vedremo...”.

Il tour di Luca avrà il supporto della Fondazione Paracelso, che ha seguito prima la sua degenza e poi la preparazione sportiva, e ci sarà anche uno sponsor tecnico, Pasol, che fornirà ai ragazzi le divise per il viaggio. L'ispirazione è venuta dalla lettura un libro: “Nato per non correre, il racconto del giornalista emofilico Salvo Anzaldi, che nel 2015 ha corso la maratona di New York in sei ore, con un ginocchio in titanio.

Pochi giorni per riposarsi, e il 4 settembre si riparte per la seconda sfida: dalla Sicilia si va a nord, per una randonnée (un importante evento internazionale che attira ogni anno centinaia di ciclisti) alla quale Luca parteciperà insieme al suo gruppo di amici appassionati delle due ruote, gli “Arieti Ferrara”. La “Rando Imperator”, così si chiama la gara, prevede di percorrere in circa 48 ore i 600 chilometri che separano Monaco di Baviera da Ferrara, ma Luca si fermerà a Bolzano: farà quindi “solo” una tappa di 300 chilometri, senza fermarsi. Lui non lo dice, ma tutto lascia pensare che la gara completa sia il suo nuovo obiettivo per il 2022...

Luca e Beatrice sono molto attivi sui social, specialmente su Instagram, e documenteranno le loro avventure sui profili g_lucarizzo e bea21: “Non abbiamo una platea sterminata di follower ma ci piacerebbe condividere quest'esperienza con più persone possibili”, conclude Luca. “Siamo all'inizio ma abbiamo tanta voglia ed entusiasmo: speriamo sia solo l'inizio di un lungo viaggio”.

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