Due analisi dallo studio di Fase III POISE, presentate nei giorni scorsi alla 51° edizione dell’International Liver Congress di Barcellona, hanno dimostrato che i pazienti con colangite biliare primitiva trattati con acido obeticolico (OCA) da solo o in combinazione con l’acido ursodesossicolico (UDCA) avrebbero una sopravvivenza libera da trapianto epatico significativamente migliore rispetto a quella ottenuta nei pazienti trattati con placebo più UDCA. In cui una seconda analisi, inoltre, lo studio ha mostrato come la strategia di titolazione del farmaco riduce incidenza e gravità del prurito.

La cirrosi biliare primitiva, o come è stata recentemente rinominata colangite biliare primitiva (PBC), è una malattia che colpisce prevalentemente il sesso femminile.
OCA, analogo degli acidi biliari, è un agonista del recettore FXR (Farnesoid X Receptor) che regola la sintesi degli acidi biliari e la loro clearance epatica, prevenendone in tal modo l’accumulo che può risultare tossico. Il farmaco è in sviluppo per il trattamento di seconda linea della PBC in pazienti che non rispondono adeguatamente ad ursodesossicolico o non tollerano il trattamento con questo farmaco.

Le analisi hanno esaminato un modello di rischio per predire la sopravvivenza stimata libera da trapianto di fegato dei pazienti nel trial POISE e hanno valutato una strategia di titolazione per la gestione del prurito correlato al trattamento.
In prima analisi, i ricercatori dell’ Erasmus University Medical Center hanno utilizzato un modello di rischio sviluppato dal gruppo globale di studio della PBC per predire la sopravvivenza libera da trapianto di fegato in pazienti trattati con OCA o placebo.

Dei 216 pazienti randomizzati nello studio in questione, il 93% ha continuato il trattamento con UDCA iniziando al tempo stesso il trattamento con OCA o placebo.
L'endpoint primario dello studio è stato definito come una riduzione della fosfatasi alcalina (ALP) al di sotto di una soglia di 1,67 volte il limite superiore normale, con un minimo di riduzione del 15% del livello di ALP basale, e un livello di bilirubina normale dopo 12 mesi di terapia.
Il gruppo globale di Studio della PBC ha utilizzato i dati raccolti da più di 4.000 pazienti per costruire e validare il suo modello di rischio, considerando età all'inizio della terapia con UDCA, bilirubina totale, ALP, conta piastrinica, e albumina dopo 12 mesi di trattamento con UDCA identificati come predittori indipendente di sopravvivenza libera da trapianto di fegato.

Dopo un anno, il modello suggerisce che i pazienti trattati con OCA ± UDCA avevano sopravvivenza libera da trapianto stimata significativamente migliore rispetto al gruppo trattato con il placebo ± UDCA (p <0,0001).
 
La seconda analisi, utilizzando i dati di studio POISE, ha esaminato la strategia di titolazione utilizzata nello studio per affrontare il prurito correlato al trattamento.
Il prurito è un sintomo comune nei pazienti con PBC: prurito da lieve a moderato è stato l'evento avverso più comune osservato in POISE.
La strategia di titolazione, iniziando l’acido obeticolico alla dose di 5 mg e titolandolo fino a 10 mg in base alla risposta clinica a sei mesi, ha contribuito a ridurre sia l'incidenza che la gravità del prurito.

Tale farmaco è stato sospeso in un solo paziente facente parte del gruppo di titolazione con più di 12 mesi di trattamento. La gravità del prurito, riferita dai pazienti, è comunque migliorata nel corso dello studio e dal sesto mese era la stessa tra gruppo trattato con 10 mg e UDCA e gruppo placebo ± UDCA.
Inoltre, la titolazione sembra abbia ritardato l’insorgenza del problema nel sottogruppo di pazienti che hanno sperimentato prurito, con una mediana di 24 giorni nel gruppo che aveva iniziato con la titolazione rispetto ai nove giorni del gruppo che aveva iniziato il trattamento direttamente a 10 mg.

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