Secondo l'appello del Forum Europeo sulla Disabilità, lo stesso trattamento dev'essere riservato ai caregiver. Particolare attenzione per chi vive nelle strutture residenziali
Bruxelles – Sono ben 100 milioni le persone con disabilità nell'Unione Europea: rappresentano il 15% della popolazione totale. Per loro, e per le persone che se ne prendono cura, la vaccinazione contro il COVID-19 deve essere prioritaria: lo chiede il Forum Europeo sulla Disabilità, negli undici punti della sua risoluzione approvata lo scorso 8 marzo.
La pandemia di COVID- ha avuto e continua ad avere un impatto drammatico sui disabili, sulle loro famiglie e sulla loro rete di sostegno. In particolare, si stima che un milione di disabili europei viva in strutture residenziali, e le conseguenze più devastanti della pandemia si sono verificate proprio in questi residenze, che sono diventate focolai di infezione. Ciò nonostante, le persone che vivono in queste strutture sono state in molti casi trascurate dalle autorità pubbliche, lasciate senza protezione o addirittura senza cure di emergenza, con il risultato che la metà dei decessi della pandemia è avvenuta in queste residenze.
“L'UE e tutti gli Stati Membri hanno ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità e sono pertanto vincolati dai principi e dagli obblighi sanciti in questa Convenzione, in particolare l'articolo 10 sul diritto alla vita, l'articolo 11 sulle situazioni di rischio e le emergenze umanitarie, l'articolo 17 sulla tutela dell'integrità della persona e l'articolo 25 sulla salute”, sottolinea la federazione.
Il Forum ha ricordato anche l'importante ruolo del pacchetto “Team Europe” l'iniziativa lanciata lo scorso anno dall'UE per sostenere gli Stati Membri nella lotta contro la pandemia, e il suo contributo di 500 milioni di euro alla struttura “COVAX”, il programma internazionale che ha come obiettivo l’accesso equo ai vaccini anti-COVID. Grazie a questo sostegno, un miliardo di dosi di vaccino sarà messo a disposizione dei Paesi a reddito medio-basso.
Ecco dunque gli undici punti del documento, con il quale il Forum Europeo sulla Disabilità invita le istituzioni dell'UE e in particolare gli Stati Membri a garantire che:
1) Le persone con disabilità abbiano la priorità nei piani di vaccinazione nazionali, in particolare quelle che vivono in strutture residenziali, quelle che a causa della loro età o di condizioni di salute preesistenti sono a più alto rischio, quelle con elevate esigenze di sostegno e quelle che si affidano a servizi di supporto che non possono operare con il distanziamento fisico.
2) Abbiano la priorità anche le reti di sostegno delle persone con disabilità, in particolare gli assistenti familiari e professionali, gli assistenti personali delle persone con disabilità, gli interpreti tattili del linguaggio dei segni per i sordociechi e tutti i servizi di supporto che non possono operare con il distanziamento fisico.
3) I vaccini vengano inoculati presso il domicilio delle persone con disabilità che, a causa della loro disabilità o di condizioni di salute preesistenti, non sono in grado di raggiungere da sole il centro vaccinale, senza rischi.
4) I centri di vaccinazione siano accessibili alle persone con disabilità, così come i mezzi di trasporto per raggiungerli. Se uno di questi non è accessibile, la vaccinazione dovrebbe avvenire a domicilio.
5) I vaccini siano considerati un servizio sanitario universale e che siano totalmente gratuiti per tutti.
6) I vaccini siano forniti sulla base del consenso libero e informato della persona, anche attraverso procedure decisionali supportate, se ve ne sia necessità.
7) Vi sia parità di accesso alla vaccinazione per le persone che vivono nelle aree urbane e in quelle rurali, e tra le persone di diversi gruppi socioeconomici.
8) Tutte le informazioni sull'introduzione della vaccinazione siano fornite dalle autorità in modo trasparente e in formati accessibili alle persone con disabilità, anche nella lingua dei segni e in un formato di facile lettura.
9) I dati sui progressi nella vaccinazione e sull'impatto della vaccinazione siano disaggregati per sesso, età e disabilità.
10) L'UE sostenga gli Stati Membri nell'attuazione dei piani di vaccinazione in linea con i requisiti indicati.
11) L'UE, e in particolare il pacchetto “Team Europe” nella sua collaborazione con l'iniziativa “COVAX”, segua i requisiti indicati nelle azioni esterne a sostegno della vaccinazione nei Paesi extra-UE, tenendo conto anche delle loro circostanze particolari e delle opinioni della comunità dei disabili in quei Paesi.
“Seguendo queste raccomandazioni – conclude il Forum Europeo sulla Disabilità – siamo pronti a cooperare per garantire che le strategie di vaccinazione nazionali tengano conto delle esigenze specifiche delle persone con disabilità e che il programma di vaccinazione europeo non lasci indietro nessuno”.
Ricordiamo che in Italia la priorità vaccinale per le persone con disabilità è stata sancita solo in data 10 marzo, con le nuove raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19, che finalmente includono tra le priorità anche i conviventi e i caregiver delle persone titolari della Legge 104, articolo 3, comma 3.
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