Nessuno è escluso

Il vicepresidente Nicoletti chiede che l’Italia sia un Paese più sensibile al tema dell’inclusione

Nessuno è escluso” è un’associazione di volontariato nata nel 2020 per aiutare tutte le famiglie che convivono con una disabilità. Il vicepresidente Fortunato Nicoletti, papà di una bimba che ha una disabilità gravissima poiché nata con una patologia molto rara, la displasia campomelica, a seguito dell’episodio accaduto a Genova lunedì 18 aprile, dove alcune persone disabili sono state costrette a usare un autobus sostitutivo perché cacciate dai posti che sarebbero loro spettati in treno, ha voluto scrivere una lettera aperta al Presidente del Consiglio Mario Draghi, che riportiamo di seguito integralmente.

“Caro Mario, mi scuso subito se mi prendo il lusso di darti del tu, ma lo feci anche quasi due anni fa quando scrissi al tuo predecessore Giuseppe e nessuno si scandalizzò e poi così rompiamo subito il ghiaccio”. 

“Caro Mario, ti do atto come feci con Giuseppe, che anche tu hai dovuto fare i conti con la pandemia e ora pure con la guerra, ma non posso non sottolineare che anche questo Governo, come il precedente e come quelli ancora prima poco o nulla hanno fatto per le persone più fragili”.

Solo qualche mese fa l'ONU, nei suoi periodici rapporti, ha sostenuto che l’Italia non è un Paese a misura di disabile. Tra le ragioni: i fondi scarsi, il clima discriminatorio e le barriere architettoniche e questo ce lo aggiungo io, una scarsissima cultura inclusiva. Mancano interventi importanti su diversi aspetti e la disabilità è ancora una delle cause principali di impoverimento, marginalità, abbandono e discriminazione. In paesi europei simili e vicini a noi, l'accessibilità è enormemente più avanzata semplicemente perché da tempo si guarda lo stesso orizzonte da tante diverse prospettive e ciò fa una differenza enorme”.

“Potrei fare un lungo elenco e magari lo farò più avanti ma non ho deciso di scriverti per questo ma per quello che è successo solo qualche giorno fa a Genova precisamente il lunedì di Pasquetta. In tanti hanno colto l'occasione per diventare "sensibili" per un giorno, altri hanno cavalcato l'onda ergendosi a paladini per un titolo sui giornali”.

“E tu? Zero dichiarazioni, neanche un tweet di indignazione. Io invece, pensa che ingenuo, mi aspettavo addirittura delle scuse formali con tanto di assicurazioni rispetto ad approfondimenti sulle responsabilità di chi poteva e doveva intervenire e non ha voluto farlo. Sai caro Mario il grado di civiltà di un paese non si misura dalla tenuta di un governo che per la sua eterogeneità definirei lgbtq+ e neanche dal numero di dpcm che promulga o dalle armi che manda ad un paese in guerra, il termometro della civiltà è invece proprio la capacità di tutelare e garantire i diritti delle persone e non solo di quelle più fragili ma di tutti. E invece l'episodio del treno sarà solo una altra di quelle notizie da dimenticare in fretta e sai perché caro Mario? Perché tu come la maggior parte delle persone che non vivono quotidianamente la solitudine, l'abbandono e l'esclusione, pensate che quello di Genova sia un episodio eccezionale quando invece rappresenta la regola per qualche milione di cittadini italiani. Perché nel paese del quale tu rappresenti una delle massime cariche, i trasporti pubblici di regola non sono accessibili per le persone con disabilità e quando lo sono è solo per pochi eletti perché tu sai vero che sui treni veloci ci sono due posti accessibili per ogni convoglio? Perciò se quella comitiva di ragazzi a Genova avesse avuto difficoltà motorie anziché cognitive avrebbe dovuto prenotare circa 14 treni differenti”.

“Vogliamo parlare dei trasporti locali dove in una città come Milano si contano 17 stazioni delle linee metropolitane senza ascensore e quindi inaccessibili? Ma il tema caro Mario non è solo quello dei trasporti o delle cosiddette barriere architettoniche. No Mario il tema è quello di una cultura vecchia e anacronistica che guarda sempre dalla prospettiva sbagliata della diversità e della disabilità e non da quella che pone l'obiettivo sulle potenzialità. Ma d'altronde perché stupirsi? Nel governo di cui sei a capo c'è un Ministro della salute che ha impiegato svariati mesi a considerare i caregivers come soggetti fragili al pari di chi assistono e lo ha capito solo dopo le clamorose proteste di tante associazioni di familiari con disabilità o fragilità. Lo stesso Ministro che da mesi, nonostante lettere e sollecitazioni pervenute anche a te caro Mario, tiene bloccato il panel degli screening neonatali negando di fatto la possibilità a molti bambini di poter essere curati precocemente e condannandoli ad una condizione di disabilità o finanche alla morte prematura. Lo stesso Ministro, dello stesso Governo, dello stesso Parlamento che non riesce a far sottoscrivere alla Conferenza Stato-Regioni, il decreto sul nomenclatore tariffario che non solo permetterebbe la piena attuazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) del 2017, ma anche di aggiornarli anche perché ce ne sarebbe estremo bisogno. Ma questo, del resto, è anche il paese nel quale se nasci sotto una cattiva stella, per esempio con una malattia rara e/o una disabilità, devi sperare di farlo in una regione prospera o magari “amica” del governo di turno e non per vivere in ricchezza, ma per avere qualche chance di sopravvivere, di essere curato e anche di essere adeguatamente assistito, come se la pandemia non abbia insegnato assolutamente nulla”.

“Come dicevo caro Mario l'elenco sarebbe infinito ma mi sono limitato ad alcune delle questioni più urgenti e scabrose. Ma prima di salutarti, una ultima questione, anzi due te le vorrei sottoporre: la prima riguarda la legislazione italiana in materia di disabilità che se non la migliore è sicuramente tra le prime in Europa e allora quali sono le motivazioni per le quali l'applicazione di quelle stesse leggi è assolutamente lacunosa? La seconda forse ti potrà sembrare provocatoria ma mi chiedo come faccia tu, leader europeo ed europeista riconosciuto ad accettare che l’Italia sia tra i pochissimi se non l'unico paese europeo che non è stata in grado ad oggi di riconoscere a norma di legge la figura del caregiver familiare”.

“Pensaci caro Mario, perché la competizione può essere estremamente stimolante e magari pure produttiva”.

“Infine, caro Mario, prima di salutarti vorrei ribadirti che queste parole non sono frutto di rabbia o livore, ma di una estrema consapevolezza, quella che purtroppo manca a chi si è assunto la responsabilità di governare. A me però piace sempre trovare qualcosa di positivo e in questo caso è che consapevoli lo si può diventare, siamo in grandissimo ritardo è innegabile ma se solo volessimo, se solo trovassimo quel coraggio indispensabile, potremmo recuperare lentamente ma costantemente lo svantaggio accumulato negli ultimi 20 anni”.

“Non so se leggerai mai questa missiva caro Mario, ma se per caso ti cascasse l'occhio e leggessi proprio le parole che concludono questa lettera, magari troveresti il tempo e la maniera per porgere le scuse del paese a quei ragazzi che nel silenzio e attraverso una fenomenale e proverbiale resilienza mi hanno fatto vergognare ancora una volta di essere italiano”.

Fortunato Nicoletti - Papà, caregiver resiliente, resistente e vicepresidente della Odv Nessuno è Escluso.

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