La campionessa scenderà in campo anche stasera, in una data per lei particolare: oggi, infatti, si celebra la Giornata Mondiale dedicata alla malattia da cui è affetta
Il tempo passa, la classe resta: Venus Williams torna in campo a 45 anni, e vince ancora. La “Venere Nera”, classe '80, non gareggiava da 16 mesi: ciò nonostante, negli ultimi giorni ha vinto due partite – un doppio e, ieri, un singolo – nel torneo WTA 500 che si sta disputando a Washington. La campionessa, che in tanti davano per sconfitta in partenza, ha invece battuto in due set (6-3, 6-4) la 23enne Peyton Stearns, numero 35 della classifica mondiale. Quando la Stearns nasceva, nel 2001, Venus Williams aveva già vinto gran parte dei suoi 49 titoli WTA, fra i quali spiccano quelli nei tornei del Grande Slam: sette in singolare, quattordici in doppio femminile – tutti insieme alla sorella minore Serena – e due in doppio misto.
“Sono dovuta tornare per l'assicurazione sanitaria. Sapete com'è, sono sempre dal medico, quindi ho bisogno di questa assicurazione”, ha scherzato la Williams, che con un patrimonio stimato di 100 milioni di dollari non ha certo bisogno di copertura assicurativa. “Non sapevo se sarei riuscita a colpire una palla o a finire il match”, ha spiegato con ironia dopo aver servito 9 ace, battendo anche a 180 km/h.
Con questa vittoria (l'ultima risaliva addirittura all’agosto 2023) Venus è diventata la seconda tennista più anziana ad aver vinto una partita nel singolo del tennis femminile. A fare meglio di lei fu solo Martina Navratilova, che nel 2004 vinse Wimbledon a 47 anni. La tennista americana, negli ultimi anni, si è presa delle lunghe pause fra un torneo e l'altro, ma non si è mai ritirata ufficialmente. Con questo ritorno in grande stile l'ha dimostrato, e conta di farlo anche stasera, quando scenderà in campo nel doppio.
La data di oggi, per lei, ha un significato particolare: il 23 luglio, infatti, si celebra la Giornata Mondiale della Sindrome di Sjögren, malattia che le è stata diagnosticata nel 2011. Descritta e identificata per la prima volta nel 1933 dall'oculista svedese Henrik Sjögren, la sindrome si manifesta generalmente tra i 50 e i 70 anni e colpisce soprattutto le donne. Si tratta di una patologia infiammatoria autoimmune, cronica e sistemica, caratterizzata dalla perdita progressiva della funzionalità delle ghiandole esocrine, in particolare di quelle lacrimali e salivari.
Secchezza di occhi e mucose, astenia, dolore osteoarticolare e alterazioni delle funzioni cognitive: sono solo alcuni dei sintomi presenti nelle persone affette da questa condizione, alla quale si associano generalmente forme di ansia e depressione. È una malattia particolarmente difficile da inquadrare e da trattare, che ha come conseguenza un certo grado di disabilità e che riduce notevolmente la qualità di vita. Per gestirla al meglio è necessario un approccio integrato, multidisciplinare, da parte dei numerosi specialisti chiamati in causa, dall'oculista al neurologo, fino al fisioterapista.
“Non importava quanto mi impegnassi: ero esausta, senza fiato e non mi sentivo mai in forma”, ricordava Venus Williams in un'intervista del 2019. “Era davvero frustrante. I miei sintomi peggioravano progressivamente, al punto che non potevo più giocare a tennis a livello professionistico”. Solo dopo sette anni riuscì ad ottenere una diagnosi. “Purtroppo, questo è tipico delle persone con malattie autoimmuni: ricevono una diagnosi errata o sono troppo malate per vivere. Mi hanno letteralmente portato via il tennis professionistico prima di ricevere la diagnosi corretta”, ha aggiunto la tennista, che da allora si è impegnata a diffondere la consapevolezza sulla malattia.
La sindrome di Sjögren colpisce circa 20mila persone solo in Italia, dove non è ancora riconosciuta come malattia rara. Tuttavia, in Parlamento è in discussione un disegno di legge, a prima firma del Sen. Orfeo Mazzella (M5S), che ha come obiettivo il suo inserimento nei nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Nel nostro Paese è attiva da vent'anni l'Associazione Nazionale Italiana Malati Sindrome di Sjögren (ANIMaSS OdV), che fa parte dell’Alleanza Malattie Rare. “Ho difficoltà a camminare, uso le stampelle e talvolta, se l’astenia è davvero forte, la carrozzina”, ha raccontato a OMaR Lucia Marotta, presidente di ANIMaSS. “Battendomi mi dimentico, mi ‘stacco’ in qualche modo dalla mia malattia per qualche tempo, ma per chi la vive senza un interesse, uno scopo, senza relazioni... è un dramma”, concludeva.
Sicuramente la determinazione è una qualità che non manca a Venus Williams, e un grande supporto è arrivato anche dal suo nuovo compagno: proprio in occasione della vittoria di ieri, infatti, la campionessa ha confermato la sua relazione con l'attore italiano Andrea Preti, raccontando quanto l'abbia sostenuta. “Ci sono stati tantissimi momenti in cui volevo solo rilassarmi e abbandonarmi alla spensieratezza. Sapete quanto è difficile giocare a tennis? Non sapete quanto lavoro ci sia dietro, è come lavorare dalle 9 alle 5, solo che corri tutto il tempo e poi devi ricominciare il giorno dopo. Lui mi ha incoraggiata ad andare avanti ed è meraviglioso essere qui”, ha detto. “Non mi aveva mai vista giocare”.
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