E' online il video che ha suscitato molte polemiche
Milano - E' online il video di 20 secondi dell'Associazione Luca Coscioni di lancio della campagna per la legalizzazione dell'Eutanasia, intitolata per questa prima fase "A.A.A. cerchiamo malati terminali".
Il video ritrae la scena di uno studio cinematografico dove si gira uno spot, ma la scena si interrompe subito dopo il "ciak si gira" perché manca l'attore protagonista, cioè la persona malata terminale. L'obiettivo dell'Associazione è quello di trovare persone disponibili sia a rendere pubblica la propria richiesta di eutanasia, sia a recitare come attrici e attori per gli spot che saranno predisposti nella fase successiva della campagna.
La pianificazione media della campagna sarà sopratutto incentrata sulla pubblicità su Youtube e i Social network, ma sono stati anche già predisposti i formati per gli annunci stampa e le affissioni. Oggi l'annuncio è uscito a pagamento sul quotidiano "Pubblico" e domani sui free press a Milano, sede del IX Congresso dell'Associazione Luca Coscioni che si terrà a Palazzo Reale Sabato e Domenica. Sono già programmati, inoltre, annunci su siti come, per esempio, Ebay e Porta Portese.
Sotto forma di annuncio economico il messaggio sarà pubblicato anche su tutti i principali quotidiani e siti di annunci.
Il video e la campagna sono stati curati dalla Casa di Produzione Studio12, la regia è di Anton Lucarelli e Federico Ventura, la creatività è di Ruben Angiolosson e Giacomo Aldosson. Il Sound Design è della Jingle Bell e lo Speaker Istituzionale è Massi Rossi.
La campagna è stata presentata il 4 ottobre in conferenza stampa alla sala stampa della Camera. Presenti Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni, Mina Welby, co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni, Marco Pannella e Gianni Betto, direttore del Centro di Ascolto Radiotelevisivo, che ha presentato i dati (in allegato) sulla cancellazione quasi totale dei temi cosiddetti eticamenti sensibili dai programmi televisivi e radiofonici.
Come era prevedibile la campagna dell'Associazione Coscioni ha suscitato molte polemiche. Particolarmente dura la reazione del Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica, che ha diffuso un comunicato stampa sull'argomento.
"È con questo agghiacciante cinismo, mascherato giornalisticamente da humor nero - si legge nella nota - che l’Associazione Luca Coscioni ha lanciato una campagna pubblicitaria per reclutare pazienti terminali come testimonial a favore della legalizzazione dell’eutanasia. Il salto di qualità, novità tragica, di questa campagna consiste nella strumentalizzazione della sofferenza e della malattia delle persone reali, illuse di diventare protagoniste perché chiamate a pubblicizzare la loro morte."
"I malati sono e devono essere protagonisti perché ciò che è in gioco, nella malattia e nell’assistenza, è più che la loro salute, sono loro stessi, la loro dignità inalienabile: per questo è ignobile confondere il diritto a rifiutare i trattamenti e alle cure palliative con l’eutanasia. - continua la nota della Cattolica - È assurdo far credere che l’essere protagonisti possa avere a che fare con la morte. Speculando cinicamente sul bisogno di senso e cura che pervade un’esistenza segnata dal dolore e dalla sofferenza di una malattia terminale, si diffonde un messaggio del tutto fuorviante. “Fatevi vivi” in realtà significa “venite che vi uccidiamo”. Visto che lo spot pubblicitario si accompagna con il motto 'Dal corpo del malato al cuore della politica', viene facile domandarsi quali ne siano i veri fini. In un momento di crisi “radicale” del Welfare in Italia, mentre si vivono gravi sacrifici economici, la campagna pubblicitaria dell’associazione Luca Coscioni, ammantata nel suo liberismo individualistico, suona perfino come una tragica ricetta di politica economica."
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