La multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline (GSK) ha deciso di investire in Italia e non solo sullo stabilimento di Verona, già centro mondiale di eccellenza per la produzione di antibiotici. L’azienda ha infatti annunciato oggi, presentando il nuovo piano industriale, che sarà potenziato anche lo stabilimento di Parma, che produrrà anche per conto di altre multinazionali, mentre a Padova sarà realizzato uno dei quattro centri europei di smistamento dei farmaci dell'azienda che assicurerà le forniture per l'Italia e l'Est-Europa. Un piano ambizioso che prevede che un impegno importante nell’ambito della ricerca e sviluppo di farmaci sulle malattie rare. L’azienda infatti ha recentemente siglato un accordo con Telethon per lo sviluppo di 7 nuove terapie per altrettante malattie rare: la leucodistrofia metacromatica, la sindrome di Wiskott-Aldrich, la beta talassemia, la leucodistrofia globoide, la mucopolisaccaridosi 1, la granulomatosi cronica e l’ADA-SCID, la malattia che vede l’Istituto San Raffaele Telethon all’avanguardia mondiale per la messa a punto della terapia genica.
Certo, a fronte di questi investimenti l’azienda ha annunciato anche sacrifici: sono infatti 250 gli esuberi tra il personale su un totale di 2200 addetti attuali.
Nel corso del 2011 è anche previsto il lancio di quattro nuovi prodotti e di due nuove indicazioni terapeutiche per farmaci già registrati. "In questo modo Gsk vuole rispondere alle nuove sfide di uno scenario in evoluzione e di un ambiente esterno sempre più complesso - ha dichiarato Luc Debruyne presidente e amministratore delegato dell'azienda - riconquistando una leadership storica nel nostro Paese, sempre a partire da Verona, dove l'azienda ha inizio ad operare nel 1932 e continuerà a mantenere la sede direzionale e le attività produttive".
Il manager francese ha sottolineato che "l'azienda si impegna a collaborare con le parti sociali, ad identificare tutte le soluzioni possibili per supportare al meglio i collaboratori coinvolti e ridurre l'impatto sociale dell'intervento di riorganizzazione”.
"Non si tratta di un intervento fine a se stesso - ha precisato Debruyne - ma di un progetto strategico verso un modello di business evoluto, per rispondere ai cambiamenti dell'ambiente esterno e continuare ad assicurare a Gsk una posizione competitiva, in grado di garantire il futuro dell'azienda attraverso una crescita sostenibile".
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