Lorenzin: “Nessun super-ticket. Restano in vigore le norme a tutela di cronici e invalidi”

Marcia indietro del ministro Beatrice Lorenzin sul “decreto appropriatezza”. La titolare della Salute ha spiegato che per i cittadini italiani non ci sarà nessun aumento dei ticket. L'esponente del Nuovo centrodestra è stata costretta a rivedere le posizioni della sua amministrazione dopo una pioggia di critiche arrivate da sindacati dei medici e associazioni dei pazienti. Tutti preoccupati per il restringimento delle maglie su centinaia e centinaia di esami diagnostici e prestazioni.

Nei prossimi giorni una circolare del Ministero chiarirà come dovrà essere applicato il decreto emesso per combattere la “medicina difensiva” e l'abuso di prescrizioni da parte dei camici bianchi. Queste almeno le intenzioni del governo. Innanzitutto, è stato chiarito che su un'unica ricetta medica si potrà riprendere a prescrivere più esami. Un'interpretazione rigorosa del provvedimento emesso dal dicastero della Salute sembrava infatti imporre l'utilizzo di una singola richiesta per ogni singolo esame e l'indicazione di uno dei codici presenti negli allegati del testo. Una stortura che sarà corretta già nelle prossime ore grazie all'annunciata collaborazione delle Regioni a margine di un vertice ospitato negli uffici del ministero della Salute.

La Lorenzin ha tentato di dipanare i dubbi di alcune categorie di pazienti: “I malati cronici e gli invalidi continueranno ad essere salvaguardati dalle disposizioni di legge vigenti”. Anche i malati rari dovrebbero quindi continuare a godere di “esenzioni per patologia” qualora il loro problema sia compreso nei Lea o negli elenchi predisposti da ogni singola Regioni. La circolare che recherà la firma della Lorenzin servirà a chiarire dubbi e problemi. Il passo indietro a pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del “Decreto appropriatezza” è sicuramente indice di confusione. Qualcuno ha pensato di applicare al Servizio sanitario criteri ragionieristici che fanno molto male a chi si aspetterebbe di essere sempre considerato un “cittadino-paziente” e non solo una voce di costo da iscrivere nei bilanci.

Leggi qui la nostra analisi del decreto.

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