Le persone affette da una malattia reumatologica sono più di 5,5 milioni, solo in Italia. Alcuni dati sostengono che ne sia interessato il 10-15% della popolazione. Queste patologie sono destinate ad aumentare nel corso degli anni, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione.
Si stima che entro il 2060 i cittadini con età superiore ai 65 anni passino dagli attuali 88 a 152milioni. E sapendo che le malattie croniche colpiscono circa l’80% delle persone oltre i 65 anni e che si possono presentare con delle comorbilità, il peso che queste hanno sulla qualità della vita dei malati e dei caregiver si aggraverebbe tanto da diventare insostenibile. Perché queste malattie compromettono seriamente le relazioni in qualunque ambito (sociale, sentimentale, lavorativo), la mobilità, le capacità funzionali e fanno crescere lo stress psicologico, il numero di ospedalizzazioni, e l’uso delle risorse sanitarie.
Che cosa ha insegnato il Covid alla Reumatologia? Che il diritto all’assistenza e alla cura a chi è affetto da una malattia cronica non va messo in standby. Durante il periodo più problematico dell’emergenza sanitaria (che stiamo per rivivere di nuovo?), sono infatti diminuite le diagnosi precoci, molti malati si sono visti cancellare le visite, spostare gli esami a tanti mesi più in là. Alcuni sono ancora in attesa di ricevere una chiamata per i controlli. C’è, quindi, da intervenire al più presto, affinché chi è affetto da una di queste patologie torni a sentirsi tutelato e considerato, e non avverta più di essere trattato come un malato che può attendere. Perché non è così: prima si interviene su queste malattie e prima si può pensare a un piano di cura ad hoc.
Il CReI, anche alla luce di quanto appreso negli ultimi mesi, propone un Piano Nazionale delle Malattie Reumatiche da condividere con le altre società scientifiche e le Associazioni Pazienti per sottoporlo all’attenzione delle Istituzioni. È urgente una governance nazionale del SSN più “robusta", al fine di garantire un miglior coordinamento di un sistema che, a tuttora, è fortemente regionalizzato, creando, prima della Sars-CoV-2, il fenomeno della migrazione assistenziale: tanti cittadini si spostano da una Regione all’altra, prevalentemente da Sud a Nord, o da un centro all’altro, in cerca di una “sanità migliore”.
Martedì 27 ottobre, a partire dalle 16, interverranno per discutere di questi temi Angelo De Cata (Presidente CReI), Gilda Sandri (Vicepresidente CRei), Maria Vitale (CittadinanzAttiva) Silvia Tonolo (Presidente ANMAR) e Antonella Celano (Presidente APMARR). È stato invitato il Sen. Pierpaolo Sileri (Viceministro alla Salute). Modera l’incontro Gianluca Ales, giornalista di SkyTG24.
La registrazione all’evento è obbligatoria e va effettuata prima dell’inizio della conferenza stampa, cliccando a questo link.
Una volta effettuata la registrazione si riceverà una mail di conferma con tutti i dettagli per poter accedere alla conferenza stampa.
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