La fibromialgia è una forma comune di dolore muscoloscheletrico diffuso e di affaticamento, che colpisce circa 2 milioni di persone in Italia. All’Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese, nella UOC Reumatologia diretta dal professor Bruno Frediani, è in corso presso il Centro Dolore Reumatologico uno studio che si prefigge di valutare i livelli di severità della malattia. 

“Lo studio in corso – afferma il professor Frediani – è di rilevante interesse per il Ministero della Salute, ai fini di un riconoscimento della fibromialgia come malattia cronica. L’obiettivo è la definizione e categorizzazione dei livelli di severità della malattia mediante un’indagine multicentrica nazionale, supportata dalla Società Italiana di Reumatologia sotto l’egida del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, per permettere l’inserimento della malattia nell’elenco delle malattie croniche invalidanti e un aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)”.

La fibromialgia porta ad una ipersensibilità al dolore, e molto spesso anche ai rumori, alla luce ed altri stimoli esterni, che possono condurre a iperalgesia (aumentata percezione del dolore in presenza di uno stimolo normalmente doloroso) e all’allodinia (percezione di dolore in seguito ad uno stimolo normalmente non doloroso).

Lo studio è coordinato dal dottor Giovanni Biasi, responsabile del Centro Dolore Reumatologico dell’Aou Senese: “Stiamo effettuando un approfondimento scientifico – spiega il dottor Biasi – per riconoscere e differenziare le forme più severe di fibromialgia e le terapie eventualmente previste dal Servizio Sanitario Nazionale. La fibromialgia è una patologia 'giovane', le cui caratteristiche cliniche sono ancora in evoluzione: è una malattia in cui mancano alterazioni anatomo-patologiche ben definite ed esami diagnostici specifici; per questi motivi acquisisce una notevole importanza lo studio che stiamo portando avanti al policlinico Le Scotte di Siena”.

In caso di sintomi dubbi, è perciò importante rivolgersi ad uno specialista. “Naturalmente è il dolore, spesso prolungato, associato ad astenia e disturbi del sonno che porta il paziente dal medico”, conclude Biasi. “E' il reumatologo la figura più competente, non solo perché la fibromialgia è un disturbo prevalentemente riferito all'apparato muscolo-scheletrico, ma soprattutto perché il reumatologo ha le competenze giuste per una corretta diagnosi differenziale, fondamentale per escludere altre patologie reumatiche”.

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