La leucemia linfatica cronica é una patologia caratterizzata dall’aumento continuo di particolari globuli bianchi (i linfociti) nel sangue, nel midollo osseo, nei linfonodi e nella milza. La leucemia linfatica cronica é la leucemia più comune tra la popolazione adulta dei Paesi occidentali, dove rappresenta il 25-30 per cento di tutte le leucemie. Colpisce più gli uomini delle donne, con un rapporto di circa 1.5-2:1. Il tasso di incidenza annua è di circa 2-6 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. La cifra aumenta con l’età, sino a raggiungere 12.8 casi su 100.000 abitanti all'anno all’età media della diagnosi, ossia 65 anni. La leucemia linfatica cronica a cellule B è considerata un tumore raro.

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Negli ultimi dieci si sono affacciati nello scenario terapeutico nuovi agenti e nuove strategie potenzialmente in grado di cambiare radicalmente i paradigmi di trattamento dei pazienti colpiti da neoplasie ematologiche.

Ibrutinib sarà a brevissimo disponibile anche in Italia a seguito dell’approvazione dell'Ema. Si tratta di un’unica terapia orale ad assunzione giornaliera alternativa alla chemioterapia, ed è un farmaco destinato ai pazienti colpiti da due forme di neoplasie delle cellule B, una cronica e l’altra aggressiva: la leucemia linfatica cronica e il linfoma mantellare.  La sua efficacia, unitamente alle modalità di impiego e il fatto di essere impiegato in alternativa alla chemioterapia, ne fanno un vero e proprio cambio di paradigma terapeutico.

Stando ai risultati aggiornati di uno studio prospettico presentati al meeting annuale della Society of Hematologic Oncology (SOHO) i pazienti con leucemia linfatica cronica, sia naïve sia refrattari al trattamento oppure in recidiva hanno ottenuto una risposta duratura con ibrutinib in monoterapia.

Anche per i pazienti italiani è ora disponibile l'antitumorale idelalisib, un inibitore orale dell'enzima PI3K-delta, indicato per due patologie ematologiche molto gravi: la leucemia linfatica cronica (LLC) e il linfoma follicolare (LF), il sottotipo più comune di linfoma non-Hodgkin indolente.

L’Fda ha concesso la designazione di terapia fortemente innovativa (Breakthrough Therapy) all’inibitore della proteina antiapoptotica BCL-2 venetoclax per il trattamento di pazienti con leucemia linfatica cronica recidivante o refrattaria e con delezione del cromosoma 17.

Basilea (Svizzera) - L’azienda farmaceutica Novartis ha recentemente annunciato di aver pubblicato su The Lancet i dati ottenuti dallo studio di Fase III su Arzerra® (ofatumumab) più clorambucile.
Secondo tali dati, la chemioterapia a base della combinazione Arzerra® (ofatumumab) più clorambucile, ha determinato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto al solo clorambucile, in pazienti naïve con leucemia linfocitica cronica (LLC) per i quali la terapia a base di fludarabina era stata ritenuta inopportuna, soprattutto a causa dell'età avanzata o della presenza di comorbidità.

Combinando i risultati di quattro trial clinici sull’utilizzo di ibrutinib nei pazienti leucemia linfatica cronica, effettuati presso l’Ohio State University Comprehensive Cancer Center di Columbus, un team di ricercatori è riuscito a scoprire i fattori dei pazienti legati all'interruzione della terapia con ibrutinib per motivi diversi dalla progressione della malattia.

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