Le malattie croniche sono patologie che presentano sintomi costanti nel tempo e per le quali le terapie non sono quasi mai risolutive.
L'incidenza di queste patologie, che possono essere di origini molto diverse, è molto alta. Le malattie croniche rappresentano circa l'80 per cento del carico di malattia dei sistemi sanitari nazionali europei.

Tavolo di confronto sulla poliposi nasale

L’appello dei pazienti: inserire subito la malattia nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti

Roma – La poliposi nasale è tipica della rinosinusite cronica, malattia assai comune, ma è spesso associata anche a malattie rare. Esiste un minimo comune denominatore: sintomi poco specifici e sottovalutati a lungo, diagnosi in ritardo e scarsa consapevolezza sull’impatto della qualità della vita, fino al punto che molti pazienti sono gestititi con protocolli non ottimali rispetto a quello che sarebbe possibile e spesso, quelli più gravi, rinunciano a curarsi per mancanza di risposte adeguate. Per questo oggi le diverse associazioni di pazienti che hanno al loro interno persone con questa patologia, insieme ai rappresentanti del mondo clinico, hanno partecipato a un tavolo di confronto con le istituzioni e alla presenza dei media, organizzato da Osservatorio Malattie Rare con il contributo non condizionate di Sanofi Genzyme. In rappresentanza dei pazienti hanno partecipato Alessandra Peres di Federasma e Allergie Odv, Deborah Diso di Respiriamo Insieme Onlus e Rossana Filisetti di Associazione Pazienti della Sindrome di Churg Strauss-EGPA.

Paolo Calabresi

In futuro, il nuovo biomarcatore potrebbe consentire di diagnosticare precocemente la malattia e intervenire con strategie di medicina di precisione

Roma - Riuscire a intervenire con un trattamento risolutivo nelle primissime fasi della malattia di Parkinson, per arrestarne il decorso. È da sempre la speranza dei neurologi, che purtroppo, da trent’anni a questa parte, per il trattamento di questa condizione che interessa almeno 400mila italiani hanno potuto contare solo sulla ‘vecchia’ levodopa. Ma qualcosa potrebbe presto cambiare. E uno degli studi che riaccendono la speranza è in pubblicazione sul numero di novembre della rivista Brain.

Approvazione

Grazie a un impianto ricaricabile, i pazienti potranno ricevere il farmaco ranibizumab direttamente nell’occhio

Tra le patologie che affliggono l’occhio in età senile la degenerazione maculare legata all’età è una delle più comuni e colpisce soprattutto gli individui tra i 50 e i 60 anni, compromettendo l’area centrale della retina deputata alla visione (quella nota come macula). Non è ancora chiaro quali siano le cause scatenanti della malattia, anche se la forma definita “umida” trova ragione della sua esistenza in un’anomala crescita dei vasi sanguigni a livello della macula. Questi vasi sono difettosi e perdono fluidi, portando alla formazione di tessuto cicatriziale e compromettendo le funzioni della retina, con conseguente perdita della vista. In alcuni casi è suggerito il trattamento con il laser, mentre appare particolarmente fervente la ricerca in ambito farmacologico con le iniezioni di farmaci inibitori del VEGF (fattore di crescita endoteliale vascolare). 

Congresso ICAR

Analogie e differenze tra le due pandemie alla XIII edizione del Congresso ICAR

Scienza al lavoro su HIV e SARS-CoV-2: nuove soluzioni all’orizzonte dopo gli straordinari progressi degli ultimi mesi. Se per il COVID-19 i vaccini hanno permesso di ridurre i contagi e i casi gravi di malattia, l’HIV già da qualche anno si può considerare un’infezione cronica grazie all’avvento della terapia antiretrovirale a elevata efficacia che permette il controllo della replicazione virale e la conseguente soppressione virologica, sintetizzata nel principio U=U (Undetectable=Untransmittable): l’HIV non viene trasmesso se la viremia del partner HIV-positivo non è più determinabile nel sangue, grazie alla corretta assunzione di una efficace terapia antiretrovirale. I nuovi orizzonti terapeutici offrono ulteriori spunti: sia per l’HIV che per il COVID, infatti, ulteriori soluzioni potrebbero essere negli anticorpi monoclonali. Questo è uno dei temi che emerge dalla XIII edizione del Congresso ICAR - Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, svoltosi a Riccione fino al 23 ottobre.

Farmaci

A dimostrarlo i dati clinici dello studio clinico di Fase III PRIME2

Milano – Lo studio registrativo di Fase III che ha valutato dupilumab in adulti con prurigo nodularis ha raggiunto il suo endpoint primario e tutti i principali endpoint secondari, dimostrando che dupilumab è in grado di ridurre significativamente il prurito e le lesioni cutanee rispetto al placebo. La prurigo nodularis è una malattia infiammatoria cronica della pelle che causa prurito intenso e lesioni cutanee, con un fortissimo impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti.

BES TEST

Oltre 7.000 pazienti sono stati sottoposti all’innovativo test diagnostico, utile anche per il monitoraggio di una strategia terapeutica

Trieste – Nasce nel dipartimento di ingegneria e architettura dell’Università di Trieste il progetto per identificare le persone a rischio frattura a causa dell’osteoporosi e su cui si fonda il BES TEST® (Bone Elastic Structure Test): un nuovo esame basato sui raggi X, veloce e accurato. Si tratta di un esame diagnostico con un approccio assolutamente innovativo e unico al mondo che misura la qualità della struttura interna dell’osso, un metodo completamente diverso da quello della densitometria (MOC) che invece consiste in una valutazione radiografica di quanto calcio contenga lo scheletro. 

Ricerca

La decisione si basa sui dati di due studi clinici di Fase III. Se approvata, questa sarà la seconda indicazione per il farmaco nell’Unione Europea

Roma – Il Comitato per i Medicinali ad Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha rilasciato il parere positivo per l’approvazione di risankizumab (Skyrizi®), somministrato tramite iniezione sottocutanea, da solo o in associazione con metotrexato (MTX), per il trattamento dell’artrite psoriasica attiva negli adulti che hanno avuto una risposta inadeguata o una intolleranza a uno o più farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD). Il parere positivo del CHMP costituisce una raccomandazione scientifica per il rilascio dell'autorizzazione all'immissione in commercio da parte della Commissione Europea.

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