La medicina rigenerativa si basa sull’utilizzo delle cellule staminali e sulla loro capacità di ricreare tessuti e riparare quelli danneggiati. Una delle ultime scoperte, particolarmente interessante per chi abbia malattie croniche polmonari, o rare come la LAM – Linfagioleiomiomatosi riguardano il ruolo che alcune staminali potrebbero avere nel rigenerare dopo un danno gli alveoli polmonari. Per ora la sperimentazione è stata condotta solo sui topi ed ha dato risultati incoraggianti. Lo studio, guidato dal prof. Frank McKeon del Genome Institute di Singapore e pubblicato su Cell ha infatti mostrato che dopo aver causato nei topi, attraverso il virus H1N1 una perdita del 50 per cento del tessuto polmonare grazie all’uso delle staminali il danno dopo tre mesi è risultato riparato, una scoperta che, opportunamente sviluppata per gli esseri umani, potrebbe preludere a nuovi trattamenti anche per la Lam, malattia che attualmente non conosce alcuna cura.
Le cellule staminali utilizzate per questo studio non sono quelle embrionali su cui alcune sperimentazioni erano state fatte in passato, e che pongono oggi particolari difficoltà dal punto di vista etico, ma cellule che si troverebbero naturalmente all’interno dei polmoni. I campioni prelevati dai topi hanno mostrato che, subito dopo l'infezione, il virus ha distrutto più della metà del tessuto originale degli alveoli.
“Queste cellule staminali – si spiega nello studio – crescono rapidamente, creando centinaia di volte il loro numero originale entro una settimana, si moltiplicano e riparano tessuti danneggiati. Migrano nei punti del corpo danneggiati e rigenerano i tessuti. Il dottor McKeon, in collaborazione con il suo collega Wa Xian che lavorano presso l' Istituto di Biologia Medica di Singapore, ha isolato cellule simili a quelle che si trovano nel tessuto polmonare umano e ha scoperto che sono in grado di comportarsi nella stessa maniera”. Mc Keon spiega anche che probabilmente non sono stati scoperti prima, perché i danni causati dal virus influenzale sono più suscettibili a riparazione di quelli causato dalla bleomicina, un farmaco normalmente usato per danneggiare deliberatamente i polmoni dei topi negli esperimenti”.
I ricercatori stanno ora studiando i fattori di crescita nei polmoni dei topi per capire i meccanismi di funzionamento. “Vogliamo cogliere l’occasione di questo studio – dice LAM Italia Onlus, associazione italiana che si occupa di questi pazienti - per fare un appello a tutti i centri di medicina rigenerativa e genetica in Italia, affinché diano avvio a delle ricerche di nuove possibili terapie rigenerative anche per i pazienti affetti da malattie croniche polmonari gravi come la Linfangioleiomiomatosi”.
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