Le malattie metaboliche sono un gruppo eterogeneo di patologie rare causate da un deficit specifico di una delle vie metaboliche. Si tratta di malattie causate da un’alterazione di quei processi biochimici che consentono alla cellula di utilizzare e scomporre sostanze come i carboidrati, le proteine e i lipidi in composti più semplici per ricavarne energia. Le malattie metaboliche sono più di 1400, alcune di esse ancora di difficile diagnosi. Oggi, però, per più di 40 patologie metaboliche esiste la possibilità dello screening neonatale esteso, che permette di riconoscere malattie che possono comportare disabilità gravissima quando non diagnosticate alla nascita e immediatamente trattate. Per informazioni sui codici di esenzione delle malattie metaboliche è possibile consultare l'apposita GUIDA.

Per una classificazione delle malattie metaboliche vi invitiamo a consultare questo link.

Questionario

L’indagine si propone di raccogliere informazioni sull’impatto del Coronavirus nella popolazione delle persone con malattie mitocondriali

Roma - In risposta alla straordinaria emergenza sanitaria provocata dal COVID-19, l’associazione Mitocon Onlus lancia un questionario per raccogliere informazioni in merito all’impatto del nuovo Coronavirus nella popolazione dei pazienti con malattie mitocondriali. Lo studio, promosso dalla Dott.ssa Caterina Garone, neurogenetista responsabile del Laboratorio di Medicina Mitocondriale Traslazionale del Centro di Ricerca Biomedica Applicata dell’Università di Bologna, e dal Dott. Dario Brunetti, Ricercatore del Laboratorio di Medicina Mitocondriale del Dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale dell’Università di Milano, mira ad indagare quale potrebbe essere l’impatto del Coronavirus sullo stato di salute e sulla gestione della quotidianità di pazienti affetti da una malattia mitocondriale.

Professor Federico Zara

Il progetto di ricerca mira a sviluppare nuovi strumenti molecolari per promuovere l’afflusso di glucosio nel cervello

Roma – Selezionato il progetto vincitore del primo bando “Seed Grant, iniziativa pilota, lanciata lo scorso ottobre da Telethon, che mette a disposizione delle associazioni di pazienti con malattie rare le competenze della Fondazione nella valutazione dei progetti scientifici, così da aiutarle a selezionare la migliore ricerca da finanziare con i fondi da loro raccolti. Il progetto vincitore del bando, coordinato dal prof. Federico Zara, dell’U.O.C. di Genetica Medica dell’Istituto Gaslini, Università di Genova, è focalizzato sulla sindrome da deficit di Glut1. Tale patologia è caratterizzata da epilessia, spesso resistente ai farmaci, anomalie del movimento e disturbi cognitivi, ed è dovuta ad un difetto nel trasporto del glucosio nel cervello.

Dottor Marco Spada

L’approccio è stato utilizzato, per la prima volta al mondo, in tre neonati in attesa di trapianto epatico per via di gravi patologie genetiche

Per la prima volta al mondo, in Italia, presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, è stato testato un trattamento sperimentale a base di cellule staminali epatiche in neonati affetti da malattie metaboliche ereditarie gravissime. I risultati di questo importante studio, frutto della collaborazione tra alcuni Centri di eccellenza dell'ospedale Regina Margherita e dell'ospedale Molinette, afferenti alla Città della Salute di Torino, il Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Biotecnologie Molecolari dell'Università di Torino e l'azienda biofarmaceutica Unicyte AG, sono stati da poco pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Stem Cell Reviews and Reports.

Molecola di glucosio

Lo studio è stato condotto dall’Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano e dall’Ospedale San Gerardo di Monza

La sindrome da deficit del trasportatore del glucosio di tipo 1 (sindrome da deficit di Glut1), o malattia di De Vivo, è una patologia di origine genetica caratterizzata dalla carenza di una proteina chiamata Glut1, responsabile del trasporto del glucosio attraverso la barriera emato-encefalica. La produzione di tale proteina è regolata dal gene SLC2A1, situato sul cromosoma 1: se questo gene è colpito da una mutazione, non viene prodotta una quantità sufficiente di Glut1 e il trasporto del glucosio viene compromesso.

Dieta chetogenica

A Roma si è tenuto uno speciale corso di cucina per pazienti e familiari, con l’aiuto dei cuochi del Gambero Rosso

Trenta postazioni, quindici famiglie e gli chef del Gambero Rosso. Sono gli ingredienti che hanno animato Ketocooking, il corso di cucina chetogenica rivolto ai pazienti e alle loro famiglie per spezzare con gusto la monotonia e le difficoltà di una dieta obbligata. L’incontro, organizzato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, si è tenuto a Roma sabato 9 novembre, presso la Città del Gusto del Gambero Rosso, con il patrocinio dell’Associazione Italiana Glut 1 e di Fondazione Telethon. Il corso era rivolto a bambini e ragazzi affetti da malattie metaboliche o neurologiche, che li costringono a forti restrizioni alimentari e a seguire un regime poco appetitoso.

Professoressa Patrizia Malaspina

La prof.ssa Patrizia Malaspina: “La diagnosi è complessa perché i sintomi sono comuni a molte malattie neurologiche”

Roma – Ritardo psicomotorio e del linguaggio, crisi epilettiche, atassia e disturbi psichiatrici: sono le caratteristiche cliniche del deficit di succinico semialdeide deidrogenasi (deficit di SSADH), una malattia genetica estremamente rara (l'incidenza stimata è di un caso su un milione). I sintomi di questo disordine neurometabolico, che si manifestano a vari livelli di gravità, sono comuni ad altre patologie neurologiche, e ciò rende molto complessa la diagnosi. La biologa Patrizia Malaspina, Professore associato di Genetica presso il Dipartimento di Biologia dell'Università Tor Vergata di Roma, è fra i pochissimi esperti italiani di questa patologia, che prende anche il nome di 4-idrossibutirrico aciduria (4-HBA).

Ricerca scientifica

Lo studio ha vinto il bando “Research to Care” nella categoria riservata alle malattie rare

Si accende un barlume di speranza per le famiglie che convivono con una rarissima malattia, la gangliosidosi GM1, patologia degenerativa molto grave per la quale non esiste una cura e su cui, ad oggi, le ricerche in atto non sono molte. Ora, uno studio condotto dalla Clinica di Oncoematologia Pediatrica dell’ospedale universitario di Padova si appresta a coniugare elementi innovativi appartenenti al campo delle cellule staminali del sangue per la sperimentazione preclinica di un nuovo approccio di terapia genica specifico per la gangliosidosi GM1 infantile.

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