monica seles, miastenia
Monica Seles a un evento di beneficenza nel 2007, mentre gioca contro Martina Navratilova a New Orleans (Stacey Warnke from New Orleans, LA, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons)

La campionessa ha rivelato di essere affetta da questa rara malattia autoimmune. “Anche solo asciugarmi i capelli è diventato molto difficile” 

Monica Seles, leggenda del tennis e vincitrice di nove titoli del Grande Slam, ricorda bene il momento in cui ha capito che qualcosa non andava: “Stavo giocando con alcuni bambini e familiari, e mancavo la palla. Vedevo due palline: questi sono sintomi che non puoi ignorare”. Il disturbo visivo – una diplopia, cioè visione doppia – è stato solo il primo segnale della miastenia gravis, una malattia rara, cronica e autoimmune che colpisce la trasmissione dei segnali nervosi ai muscoli. Poco dopo, infatti, è arrivata anche una debolezza muscolare generalizzata, che ha reso difficili persino i gesti quotidiani. “Anche solo asciugarmi i capelli è diventato molto difficile”.

La patologia è stata diagnosticata nel 2022, ma la campionessa ha scelto di parlarne solo ora, a tre anni di distanza, per sensibilizzare il pubblico e dare sostegno a chi affronta la stessa condizione. La miastenia gravis è una malattia neuromuscolare, più comune nelle donne di età inferiore ai 40 anni e negli uomini sopra i 60 anni, in cui il sistema immunitario attacca i recettori dell’acetilcolina, ostacolando la comunicazione tra nervi e muscoli. I sintomi possono includere debolezza muscolare fluttuante, visione doppia, palpebre cadenti, difficoltà a parlare, masticare o deglutire, e nei casi più gravi problemi respiratori. Non c'è una cura definitiva, ma esistono trattamenti – tra cui farmaci immunosoppressori e terapie mirate – che possono migliorare significativamente la qualità di vita.

Nata a Novi Sad, nell'ex Jugoslavia, e cresciuta tennisticamente negli USA, Monica Seles ha tre cittadinanze: serba, statunitense e ungherese (per le origini familiari). In carriera ha vinto quattro Australian Open, tre Roland Garros (il primo conquistato nel 1990, a soli 16 anni) e due US Open, rimanendo complessivamente per 178 settimane al numero 1 del ranking WTA.

Oggi, a 51 anni, affronta la malattia, decisa a non arrendersi. Ma non è l'unica tennista che sta lottando con una patologia autoimmune: anche Venus Williams, sette volte vincitrice del Grande Slam, da molti anni è affetta dalla sindrome di Sjögren, una condizione che comporta secchezza di occhi e mucose, astenia, dolore osteoarticolare e alterazioni delle funzioni cognitive. Ciò nonostante, il mese scorso Venus è tornata in campo e – a 45 anni – ha battuto la 23enne Peyton Stearns, diventando la seconda tennista più anziana (dopo Martina Navratilova) ad aver vinto una partita nel singolo del tennis femminile.

Oggi, sia Venus Williams che Monica Seles si impegnano per fornire informazioni, risorse e sostegno alle persone che convivono con queste malattie. La Seles, nell’intervista rilasciata all'Associated Press, ha raccontato di essere rimasta sconvolta quando i medici le hanno confermato la diagnosi. “Non avevo mai sentito parlare di miastenia gravis prima di allora e mi è servito del tempo per metabolizzare la notizia. Per me, è stato l’inizio di un viaggio. Mi ci è voluto parecchio per assorbirlo davvero e riuscire a parlarne apertamente, perché è una condizione difficile. Influisce molto sulla mia vita di tutti i giorni”.

L'ex numero uno del mondo ha spiegato come ha reagito alla malattia utilizzando una metafora tennistica: “Devi sempre adattarti. Come nel tennis: la palla rimbalza e tu devi solo aggiustare il colpo. Ed è quello che sto facendo adesso”. Monica Seles ha definito questo momento “un altro reset” della sua vita, paragonandolo a tappe già decisive del suo percorso: “Il primo grande reset è stato quando, a 13 anni, mi sono trasferita negli Stati Uniti dalla Jugoslavia. Non parlavo la lingua, ho lasciato la mia famiglia: è stato un periodo molto difficile. Poi, il fatto di diventare una grande giocatrice: la fama, i soldi, l’attenzione cambiano tutto, e non è facile, per una sedicenne, gestire tutto questo”.

Poi altri due reset: “Ovviamente, l’accoltellamento... e ora, la diagnosi di miastenia gravis”, ha spiegato, facendo riferimento al noto episodio del 1993, quando al torneo di Amburgo, durante l'incontro dei quarti di finale, venne accoltellata in campo. Günter Parche, l'aggressore, era un fan ossessionato e morboso di Steffi Graf, e con quel gesto intendeva restituire il primato nel ranking alla tennista tedesca. Il taglio, profondo circa un centimetro e mezzo, interessò la schiena, all'altezza della spalla sinistra; non era una ferita grave, ma le provocò un grave shock psicologico che la portò ad abbandonare il tennis per oltre due anni. In seguito tornò comunque a vincere titoli, fino al ritiro ufficiale nel 2008.

Come sul campo da tennis, anche nella vita Monica Seles ha dimostrato che – qualunque sia l’avversario – la strategia vincente è adattarsi e continuare a lottare. “Voglio che chi affronta questa malattia non si senta solo”, ha concluso la campionessa. “Condividere la mia storia è il mio modo di dire: siamo insieme in questo percorso”.

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